Il tema riforma Pensioni 2017 continua a far discutere ed è l'argomento più che mai di attualità nel nostro Paese in quest'ultimo periodo. Dopo avervi fornito le informazioni utili sui requisiti per accedere al pensionamento dal 2017 in poi, oggi vi vogliamo parlare della pensione di garanzia, la proposta che la Cgil avrebbe formulato e proposto al Governo per tutelare i giovani con carriere discontinue e il lavoro di cura. Andiamo a vedere, quindi, più da vicino di cosa si tratta.
La Cgil preme per la pensione di garanzia
Durante la cosiddetta Fase 2, prevista per il prossimo 4 maggio, in cui si apriranno di nuovo le discussioni tra il Governo e i sindacati, la Cgil, proprio nella giornata di ieri, ha fatto il punto sulle proposte che verranno fatte e tra queste c'è la pensione di garanzia per i giovani.
L'idea sarebbe quella della pensione contributiva di garanzia: una prestazione previdenziale che garantirebbe assegni per avere una vita dignitosa. La formula di base per la pensione di garanzia è che l'assegno non può mai scendere sotto una certa soglia.
La pensione di garanzia coinvolgerebbe tutti coloro i quali hanno cominciato a lavorare col sistema contributivo nel 1996 e andranno in pensione a partire dal 2040. L'obiettivo sarebbe quello di ottenere il 60% dell'assegno pensionistico dello stipendio medio di un lavoratore vicino alla pensione: circa 15.000 euro l'anno o 930 euro netti al mese. La Cgil ricorda che se questa tutela dovesse funzionare, la spesa per la previdenza da parte dello Stato è comunque destinata a diminuire perché si tratterebbe di una misura che si autofinanzia.
Riforma pensioni: le alternative alla pensione di garanzia
Una proposta alternativa a questa della Cgil è arrivata da Cesare Damiano, che negli ultimi giorni ha parlato di mobilità e Ape social, e a differenza della pensione di garanzia proposta dai sindacati, avrebbe un costo immediato sul bilancio pubblico: circa 14 miliardi di euro per fare una pensione da 500 euro al mese.
L'idea del sindacato, invece, non dovrebbe superare i 5-6 miliardi nel lungo termine. Un altro vantaggio sarebbe quello legato alla flessibilità perché il soggetto potrà decidere quali anni valorizzare ai fini della pensione di garanzia. Da qui, potrebbero scaturire forme di tutela per i giovani laureati in cerca della prima occupazione o utilizzare al meglio i periodi di cura o ancora valorizzare il lavoro part time. Non ci resta che attendere novità ufficiali. Come sempre.