"Poiché gli schemi dei decreti andranno corretti sulla base del parere del Consiglio di Stato, il timore è che difficilmente il tutto possa concludersi entro la prossima settimana, come invece prevede l'esecutivo", è questo il parere del segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli che assieme alle altre sigle sindacali continua ad incalzare il Governo Gentiloni sull'emanazione dei decreti attuativi sull'Ape volontario e sulla Quota 41 per i lavoratori precoci.

Ritardo nei decreti, i sindacati premono il Governo

A nulla è servito l'incontro svoltosi nei giorni scorsi fra Governo e parti sociali visto che non è stata introdotta nessuna novità sulle misure previdenziali inserite nella nuova Legge di Bilancio.

E' questa la preoccupazione dei sindacati che nonostante abbiano promosso diverse iniziative si vedono ancora costretti a premere l'esecutivo sulla chiusura della fase uno.

L'unica cosa confermata nel confronto è il riconoscimento della decorrenza retroattiva dell'Ape Sociale che consentirebbe a migliaia di lavoratori di presentare domanda sin dalla data del primo maggio anche se il ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi potrebbe far slittare la data di presentazione delle domande di 15 giorni. Da definire, anche il decreto riguardante l'Ape volontario che consentirebbe ai lavoratori che hanno maturato almeno 63 anni di età anagrafica e 20 anni di contributi di lasciare anticipatamente il lavoro fruendo di un prestito da restituire in 20 anni.

Difficoltà anche per quanto riguarda la riapertura della cosiddetta Fase 2, che invece dovrebbe concentrarsi maggiormente sulla previdenza complementare e sui problemi in materia previdenziale legati ai giovani oltre ad una revisione della Quota 41 al fine di estendere la misura alle altre categorie rimaste escluse dalla Legge di Stabilità 2017.

Damiano dalla parte dei sindacati

Anche il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano si schiera dalla parte delle tre sigle confederali: "la legge è tassativa: la misura deve decorrere dal primo maggio e, quindi, va garantita la retroattività", ha spiegato l'ex ministro del Lavoro che continua a chiedere il varo dei decreti attuativi nel più breve tempo possibile visto che, senza l'entrata in vigore dei Dpcm non potrebbe riaprirsi la Fase 2 del confronto. Stando al parere di Damiano, rimangono ancora da correggere alcuni punti fondamentali riguardanti l'accesso alla pensione anticipata per i lavoratori nati nel 1952.