La rendita integrativa temporanea anticipata (RITA) dei fondi pensione subisce l'effetto domino dovuto allo slittamento dell'APE volontaria, nonostante il sussidio fornito dal secondo pilastro possa essere scelto anche in alternativa al prepensionamento pubblico. È la conseguenza del vincolo di legge previsto dal legislatore, che richiede la certificazione dei requisiti di accesso all'anticipo volontario anche per il conseguimento della rendita privata. Il lavoratore che intende far falere l'opzione dovrà chiedere all'istituto di previdenza di documentare l'acquisizione di almeno 20 anni di contribuzione una volta raggiunti i 63 anni di età, mentre l'importo del futuro assegno pubblico dovrà essere superiore ad 1,4 volte il minimo Inps (circa 702 euro al mese).

Purtroppo la data iniziale del 1° maggio per l'avvio dell'anticipo volontario è slittata ad almeno la seconda parte del mese. Ne consegue che l'istituto pubblico di previdenza si trova ancora costretto ad attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto attuativo riguardante l'APE volontaria, prima di poter produrre la certificazione dei requisiti di Rita agli aventi diritto.

Rendita anticipata e fondi pensione: come funzionerà la prestazione

Per quanto concerne il calcolo della prestazione futura, la rendita integrativa temporanea anticipata (RITA) permetterà di ottenere in forma frazionata il montante accumulato dal lavoratore all'interno del fondo pensione. Il capitale verrà quindi diviso per il numero di mesi mancanti rispetto alla data di accesso alla pensione di vecchiaia.

Tra i maggiori vantaggi dell'operazione troviamo poi i benefici fiscali, stante che il lavoratore potrà fruire dell'aliquota di favore riservata a coloro che raggiungono i criteri ordinari (dal 15% al 9%, a seconda degli anni di permanenza nella previdenza integrativa). I calcoli di convenienza devono essere effettuati anche in base al costo che si sarebbe dovuto sostenere tramite l'APE volontaria, fermo restando che il ricorso a Rita permette di abbattere fortemente o annullare la necessità di fruire della misura onerosa.

Per le stime effettive resta comunque fondamentale partire dal montante accumulato, tenendo conto che con una retribuzione media di 25-30mila euro sarà necessario aver maturato circa 7-8 anni di anzianità nel fondo per ogni anno di anticipo.

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