Continuano ad emergere nuovi particolari sui meccanismi di funzionamento dei primi due provvedimenti di flessibilità previdenziale in dirittura d'arrivo, ovvero l'APE sociale e la Quota 41 per i lavoratori precoci. Le ultime novità vedono infatti arrivare dai testi dei decreti dettagli interessanti in merito ai criteri di ordinamento delle domande e alla gestione della clausola di salvaguardia. Nel frattempo sono stati pubblicati nuovi chiarimenti anche sul Comitato Opzione Donna Social per quanto concerne il lavoro di cura e la sua possibile valorizzazione per la maturazione del diritto al pensionamento.

Vediamo insieme i dettagli di tutte queste vicende nel nuovo articolo di approfondimento della nostra rubrica "Parola ai Comitati".

Pensioni anticipate, come funzionerà il monitoraggio delle domande

All'interno dei nostri precedenti articoli abbiamo descritto quali criteri è necessario possedere per poter accedere all'APE sociale ed alla nuova Quota 41. L'iter della richiesta di prepensionamento prevede una doppia domanda, il cui esito positivo deve però essere messo comunque al vaglio dell'azione di monitoraggio. Le domande che avranno ottenuto una certificazione positiva saranno infatti messe a confronto con l'onere finanziario previsto nella legge di bilancio. Pertanto "l’INPS provvede all’individuazione dei soggetti esclusi dal beneficio e al conseguente posticipo della decorrenza dell’indennità loro dovuta sulla base del criterio di ordinamento previsto", si legge nel testo dei decreti che abbiamo visionato in anteprima rispetto alla pubblicazione in G.U.

Nel momento in cui le risorse dovessero risultare insufficienti, l'Istituto di previdenza provvede quindi "ad individuare i soggetti per i quali è possibile concedere il beneficio" al netto del budget stanziato e perciò a mettere in graduatoria per l'anno successivo le domande che non potranno trovare accoglimento.

Dal CODS nuovi chiarimenti sul lavoro di cura

Nel frattempo arrivano nuovi aggiornamenti anche dal Comitato Opzione Donna Social, all'interno del quale la fondatrice Orietta Armiliato è tornata ad approfondire il concetto di lavoro di cura. "Dalle vostre domande e considerazioni si evince che il concetto abbia ancora bisogno di essere spiegato e questo è significativo di come sia radicato, implicito e scontato che sia "roba da donne".

Tanto che secondo la rappresentante delle lavoratrici iscritte al Comitato, "neppure noi che lo subiamo lo collochiamo nella sua oggettiva dimensione". Armiliato ha poi ricordato la condizione di disparità che si crea per questa peculiare situazione, nonostante oggi l'attività di cura sia maggiormente condivisa con gli altri familiari. "Auspichiamo dunque che si provveda alla valorizzazione di questo gravoso lavoro, tramite l'abbassamento dell'età pensionabile o riconoscendo anni di contribuzione aggiuntivi, applicando dei semplici algoritmi matematici".

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