L’Ape, il nuovo Anticipo Pensionistico nato con l’ultima Legge di Stabilità rischia di ritardare di qualche settimana il suo via. La Legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio era stata chiara in quanto alle date di avvio delle misure, così come sono chiari i tempi tecnici di emanazione di un decreto attuativo. L’Ape sarebbe dovuta partire ufficialmente il giorno conosciuto come quello della “Festa del Lavoro”. I decreti attuativi della misura, come stabiliscono le norme vigenti, dovevano uscire entro 60 giorni dall’entrata in vigore della nuova manovra finanziaria.

Il noto quotidiano economico finanziario “Il Sole24Ore” in questa ottica, il 29 aprile ha pubblicato una sua analisi sul punto della situazione.

L’Ape sociale è ai nastri di partenza

A dire il vero, un decreto attuativo, quello relativo all’APE sociale è stato già firmato dal Presidente Gentiloni e mandato in analisi al Consiglio di Stato, come prassi vuole. I Giudici però hanno mosso degli appunti su diverse voci inserite nel decreto, che adesso andrà corretto proprio alla luce delle osservazioni del Consiglio di Stato. L’Ape sociale è destinata ai soggetti più in difficoltà, perché disoccupati, alle prese con invalidità proprie o di familiari a carico oppure alle prese con attività lavorative gravose.

Dopo le correzioni, il decreto deve passare anche per la Corte dei Conti, per valutarne la regolarità dal punto di vista finanziario. Infine, c’è da attendere la circolare INPS che ne spiegherà le modalità di richiesta e tutti gli altri aspetti necessari per permettere ai lavoratori di presentare istanza. Il Presidente Boeri in queste ultime ore ha dichiarato che la circolare è già pronta (anche se a dire il vero andrà evidentemente corretta alla luce delle correzioni in arrivo) e che in mezza giornata, il suo Istituto sarebbe pronto a far partire la macchina operativa.

I correttivi

Evidente che serva ancora del tempo, anche se come dicevamo, avendo superato lo scoglio del Consiglio di Stato, come fanno sapere da Palazzo Chigi, l’avvio dell’Ape sociale è imminente. Tra domani e l’inizio della settimana prossima, l’Ape sociale inizierà ad essere richiedibile. I correttivi chiesti dal Consiglio di Stato sono relativi ad alcuni problemi di illegittimità.

Per esempio, le norme inserite nel testo originario dell’Ape, non consentono l’accesso all’anticipo ai disoccupati che non avevano i requisiti per percepire la Naspi. Inoltre, per i lavoratori agricoli, il vincolo dei 3 mesi dall’ultimo assegno di disoccupazione percepito gli fa perdere un anno esatto di Ape proprio per via del sussidio di disoccupazione loro spettante, che viene percepito l’anno dopo l’avvenuta perdita del lavoro. Sempre dal Cds, arriva il suggerimento di posticipare la data di scadenza per le richieste di certificazione all’Inps che sono fissate al 30 giungo. Il ritardo nel via alle domande, dovrebbe spingere il Governo a correggere l’arco temporale per presentare domanda al 31 luglio, con conseguente slittamento della data entro cui l’Inps dovrebbe rispondere, che andrebbe al 30 settembre.

Per le altre versioni di Ape, tempi lunghi

Se l’Ape sociale è vicina alla sua partenza, non sembra così l’Ape volontaria, quella a libera scelta del lavoratore e con la pensione ricevuta tramite prestito bancario. In primo luogo, il decreto è ancora al livello di bozza, cioè deve ancora essere emanato definitivamente, firmato dal Presidente del Consiglio, mandato al Consiglio di Stato e poi alla Corte dei Conti e poi pubblicato in Gazzetta. Anche per questo servirà una circolare dell’Inps ed anche se ipotizziamo che Boeri ci abbia già pensato, probabilmente l’Ape volontaria partirà non prima della fine di maggio. Sempre secondo gli appunti del Cds, nonostante il ritardo, il primo maggio dovrebbe essere la data da cui far partire la decorrenza delle misure.

In pratica, per l’Ape ci sarebbe un effetto retroattivo, con gli assegni che partiranno dalla data originaria di entrata in vigore e non dalla data in cui si presenta l’istanza. I tempi lunghi sembrano figli anche delle difficoltà a stipulare le convenzioni con le Banche e le Assicurazioni che dovrebbero garantire, rispettivamente, la base finanziaria dell’operazione e la relativa copertura per il caso di morte prematura del beneficiario. Il ritardo dell’Ape volontario ha l’effetto domino di ritardare anche la collegata Ape aziendale, quella in cui il datore di lavoro aiuterà il lavoratore al pagamento di parte del prestito ottenuto.