Con la Pubblicazione dei Decreti in Gazzetta Ufficiale, si va delineando l’apparato delle novità della Riforma Madia, quella della Pubblica Amministrazione. I punti salienti restano sempre la lotta agli assenteisti e il rinnovo del contratto, ma un occhio particolare è rivolto anche alla stabilizzazione dei precari. Questi sono i temi centrali di quello che probabilmente sarà lo zoccolo duro della discussione tra sindacati e Governo, protagonisti di un tavolo di trattativa dell’Aran, l’agenzia per la contrattazione incaricata direttamente dal Ministro della Funzione Pubblica.
Ecco il punto della situazione prima dell’avvio degli incontri tra parti sociali e Governo.
Il contratto fermo da oltre 8 anni
La querelle contratto ormai ha assunto connotati da soap opera, con un contratto fermo da oltre 8 anni e che attende ancora di essere sbloccato come imposto da una sentenza della Corte Costituzionale nel 2015. I nodi da sciogliere in materia salario sono molteplici e le cifre stanziate alla voce rinnovo, nell’ultima Legge di Bilancio, nel Def e nella manovra bis appena licenziata, sono basse.
Mancata perequazione (l’adeguamento dei contratti al tasso di inflazione annuale certificato dall’Istat) e mancata erogazione della vacanza contrattuale o indennità di vacanza che dir si voglia: sono temi centrali delle rivendicazioni sindacali e dei lavoratori.
Un danno da 10mila euro a lavoratore -almeno secondo le parti sociali-. Sull’argomento la Consulta sancì la non costituzionalità del blocco voluto dalla Fornero, nell'ormai lontano luglio 2015. In teoria lo sblocco doveva divenire efficace in concomitanza con la pubblicazione della sentenza
Le novità in materia di assenteismo
Se, in argomento contratto, tutto sembra ancora in alto mare, con probabile presa di posizione delle parti sociali su cifre, modalità di erogazione (sembra si utilizzerà il doppio fattore del reddito e della meritocrazia) e tempi, una cosa che appare ben definita è la serrata lotta agli assenteisti.
Il rischio è che nella guerra, si faccia di “tutta l’erba un fascio”, come si dice comunemente.
I decreti che entreranno in vigore dal prossimo 22 giugno hanno un pacchetto importante sul nuovo codice disciplinare. Via libera al licenziamento per insufficiente rendimento o a seguito di gravi e reiterate violazioni dei codici di comportamento.
Si viaggia verso l’inserimento di un tetto massimo di assenze per malattia durante un anno di lavoro, come riporta anche il noto quotidiano romano "Il Messaggero" nella sua edizione on line di oggi 12 giugno. Un tetto valido anche nei casi di gravi patologie o di quelle che richiedono terapie particolari. Saranno inserite una serie di norme che regoleranno i permessi, che in caso di visite specialistiche o terapie salvavita, diventeranno ad orario. Interventi sostanziali anche per i risposi a recupero o per quelli riguardanti problematiche di famiglia dei dipendenti.
Nascerà anche il tetto della durata minima della giornata di lavoro, che probabilmente sarà pari ad almeno la metà delle ore di lavoro giornaliero e quello delle 6 ore di permesso che verranno considerate come giornata di assenza totale.
Dal punto di vista del salario, si pensa di escludere da indennità di premio e trattamenti accessori, i dipendenti che risulteranno più propensi alle assenze per malattia o altri motivi, durante i week end o i prefestivi.
Tra le altre novità, la ricerca di stabilizzare i molti precari alle dipendenze delle PA. Si prevede un piano di assunzioni straordinario, che consentirà di assumere a tempo indeterminato gli attuali precari che possono vantare una anzianità da precari pari a 3 anni negli ultimi 8, anche discontinui.