Resta ancora al centro delle discussioni il famigerato Ape Sociale, la misura inserita nella nuova Legge di Bilancio che ha suscitato non poche polemiche per via della parzialità del provvedimento che abbraccia solo una particolare categoria di lavoratori.

Si tratta di un reddito ponte fino ad un massimo di 1.500 euro lordi mensili erogato dallo Stato al fine di consentire ai lavoratori più economicamente svantaggiati ultra 63enni di arrivare all'età per usufruire della pensione di vecchiaia. Per accedere all'Ape Sociale occorrerebbero, infatti, almeno 63 anni come età anagrafica e 30 anni di contributi effettivamente versati.

Requisiti che, secondo molti lavoratori appaiono abbastanza restrittivi.

Ecco la proposta di Domenico Proietti sull'Ape Sociale

E' questo il motivo che ha indotto il segretario generale della Uil Domenico Proietti a proporre una nuova misura che possa modificare anche in parte i requisiti di accesso all'Ape Sociale. "La Uil si impegna a proporre in futuro una legge per limare il requisito contributivo, in modo che ci siano più possibilità di accedere all'Ape Social", ha affermato il sindacalista.

Viste le critiche degli ultimi mesi alle misure previdenziali inserite nella Legge di Stabilità 2017, Proietti potrebbe proporre un nuovo intervento anche per quanto riguarda l'abbassamento del requisito contributivo per l'accesso dei lavoratori che svolgono mansioni particolarmente usuranti.

Stando alle norme contenute nella manovra, infatti, questa categoria di lavoratori deve essere in possesso di almeno 36 anni di contributi versati per accedere all'anticipo pensionistico. Paletto abbastanza restrittivo visto che, le lavoratrici di sesso femminile e gli appartenenti al comparto edile svolgono spesso carriere discontinue.

Ampliare le platee per l'accesso alla Quota 41

Cosa assai diversa per il meccanismo di Quota 41 che, invece, richiede il versamento di almeno 41 anni di contributi effettivamente versati senza tenere in considerazione l'età anagrafica. Una misura che esclude la maggior parte dei lavoratori precoci rimasti penalizzati dalle vecchie norme pensionistiche e per la quale si chiede l'ampliamento delle platee di beneficiari.

Non è escluso che una parentesi potrebbe riaprirsi anche su questo argomento anche a margine del prossimo incontro fra l'esecutivo e le organizzazioni sindacati che darebbe inizio alla cosiddetta Fase 2 dell'accordo siglato lo scorso autunno sul pacchetto-previdenza.