Torniamo ad aggiornare le lettrici della nostra rubrica "Parola ai Comitati" riportandovi in anteprima il punto della situazione del venerdì di Orietta Armiliato, dal Comitato Opzione Donna Social. La fondatrice ha voluto innanzitutto ricordare che "fiumi di inchiostro hanno accompagnato il battesimo dell'Ape, a partire dalla prima bozza proposta e durante questi mesi nei quali si sono perfezionati i decreti e le modalità operative. Abbiamo letto di tutto, da esortazioni del tipo "boicottiamo l'Ape" passando per "questa misura soddisfa solo lobby bancarie e compagnie di assicurazioni", per arrivare a perentori "speriamo sia un flop".

Noi del CODS abbiamo sempre sostenuto che questa misura non solo avrebbe aperto una breccia nella inamovibile Legge Monti-Fornero, ma avrebbe incontrato il positivo accoglimento da parte di chi, abbandonando gli input negativi lanciati da chi si oppone a prescindere e allontanandosi dagli stereotipi imposti da una certa propaganda politica, vedeva nell'innovativa soluzione la soddisfazione del proprio bisogno di raggiungere anticipatamente la pensione".

Pensioni anticipate, le basi per la proposta del CODS in favore delle donne

Stante la situazione appena descritta, Armiliato spiega che il Comitato Opzione Donna Social "ha costruito la proposta di cucire, adoperando la stoffa utilizzata per Ape, un abito che potesse essere indossato con gradimento dalle donne...

che potesse coniugare l'esigenza di sopperire ad una norma tipo quella dell'Opzione Donna, ma senza gravare e/o stravolgere gli equilibri economici del bilancio dello Stato per quanto alla voce quiescenza anticipata. Questa forma di anticipazione quindi, coniugherebbe perfettamente questi due parametri e soddisferebbe una reale esigenza della platea delle lavoratrici".

Flessibilità Inps: nuovo richiamo ai valori di cura

La fondatrice del CODS conclude citando un altro dei punti fermi sui quali il Comitato si è impegnato negli scorsi mesi. "Se poi si riuscisse ad associare anche la valorizzazione dovuta al riconoscimento del lavoro di cura, altro tema del quale ci stiamo occupando sostenendone fortemente la bontà in un'ottica di equità, si potrebbe o ridurre per le sole donne il paletto anagrafico di accesso (oggi per Ape pari a 63 anni) o si potrebbero aggiungere o scontare anni di contribuzione che ne consentirebbero l'esercizio ovviamente in modalità opzionale.

Alla luce dell'ottimo accoglimento della misura pensionistica Ape che stiamo rilevando in questi giorni, dopo il via dato con la pubblicazione in GU, continuiamo a sostenere Ape Donna, auspicando in una misura di flessibilità che si possa realizzare nel breve termine".

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