Le ultime notizie sulle Pensioni ad oggi 24 giugno 2017 registrano un nuovo incremento nelle domande di pensionamento ricevute dall'Inps in merito alle prime due misure di uscita agevolata dal lavoro. Sarebbero infatti oltre 22mila le pratiche già aperte per l'APE sociale e la Quota 41. Nel frattempo proseguono le rivendicazioni dei lavoratori che rischiano di restare esclusi a causa dei criteri stabiliti per la maturazione dei requisiti di accesso ai meccanismi di prepensionamento. Mentre sulle nuove misure previste all'interno della FASE 2 i sindacati tornano a scrivere al Governo, per chiedere il riavvio delle consultazioni e lo stop all'aumento dell'età di quiescenza sulla base del parametro dell'aspettativa di vita.

Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Pensioni anticipate: l'Inps segnala l'arrivo di oltre 22mila domande per APE & Quota 41

Il boom delle domande per l'accesso ai prepensionamenti inseriti in Legge di bilancio 2017 non conosce soste. Le richieste avrebbero infatti già superato la soglia delle 22mila unità, saturando quindi oltre un terzo della platea potenziale programmata per l'anno in corso e stimata dai tecnici del Governo in circa 60mila unità. Le pratiche sarebbero divise, rispettivamente, in più di 14mila per l'APE sociale ed in 7mila per i lavoratori precoci. Il trend di crescita non sembra quindi destinato ad esaurirsi e nemmeno a rallentare, ma sullo sfondo restano gli interrogativi per chi non dovesse arrivare in tempo.

Il rischio è infatti di risultare esclusi dai posti disponibili rispetto al budget stanziato per il 2017, con la conseguenza di essere messi in graduatoria per l'anno successivo.

Prepensionamenti, crescono le rivendicazioni dei lavorati esclusi

Al fianco delle problematiche relative alla composizione delle pratiche, resta poi la questione di chi si trova letteralmente escluso dalle nuove misure di quiescenza agevolata.

È il caso, ad esempio, di molti contribuenti del settore edile. Si tratta di lavoratori che pur avendo maturato i requisiti anagrafici non possono vantare la continuità contributiva necessaria. Il problema è che la media delle settimane lavorate all'anno per un operaio del settore si attesta attorno alla quindicina; troppe poche per poter rientrare tra i parametri decisi dal legislatore in merito alle uscite agevolate dal lavoro.

Mentre i versamenti sarebbero insufficienti anche per accedere ad altre opzioni di prepensionamento previste dall'attuale sistema, come ad esempio nel caso della pensione di anzianità.

Cgil, Cisl e Uil scrivono al Governo per sollecitare un riavvio della FASE 2

Nel frattempo i sindacati tornano a scrivere al Governo attraverso una lettera firmata da tutte le sigle componenti la piattaforma unitaria (Cgil, Cisl e Uil). I rappresentanti dei lavoratori si sono rivolti al Presidente del Consiglio ed al Ministro del Lavoro per sollecitare la riapertura del tavolo sulla c.d. FASE 2 della riforma previdenziale, dando seguito al verbale firmato congiuntamente lo scorso settembre. Il richiamo è all'urgenza su temi come il "legame all’aspettativa di vita, la flessibilità in uscita, la riforma della governance Inps-Inail, le future pensioni dei giovani, l’eliminazione delle disparità di genere che penalizzano le donne e il rilancio della previdenza complementare".

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori nel caso desiderino aggiungere un nuovo commento nel sito. Mentre per ricevere le prossime notizie di aggiornamento sulle pensioni ricordiamo di utilizzare la funzione "segui" disponibile in alto, vicino al titolo dell'articolo.