Le ultimissime novità al 12 giugno 2017 riguardanti i precoci e la pensione anticipata con quota 41 arrivano direttamente dai gruppi che rappresentano le istanze dei lavoratori precoci che non sono per nulla soddisfatti di quanto sin qui raggiunto e che oggi sono tornati a Trieste al fianco di Rizzetto per esprimere il loro disappunto sulle misure approvate dal Governo, che ricordiamo al momento non hanno nemmeno visto la luce in Gazzetta Ufficiale. A conti fatti pare che effettivamente i lavoratori che riusciranno ad accedere alla quiescenza con i 41 anni di contributi saranno 1 su 10, vediamo perché a partire dagli stessi lavoratori e dalle loro esperienze.

Pensioni precoci e quota 41: tanto fumo poco arrosto

Troppi e eccessivamente stringenti i paletti imposti dall'esecutivo per consentire l'accesso alla pensione anticipata ai precoci, i comitati che rappresentano i lavoratori e le loro lamentele chiedono che la quota 41 sia estesa, come era inizialmente nelle intenzioni del Ddl 857 di Cesare Damiano, a quanti, indipendentemente dall'età anagrafica, abbiano versato 41 anni di contributi. Non è possibile che solo i più disagiati e con 12 mesi di contributi versati prima del 19esimo anno d'età possano accedere alla misura. I patti, come più volte hanno sottolineato anche nei giorni scorsi i sindacati, Camusso in primis, non erano questi. La quota 41 tanto sbandierata alla fine sarà un lusso per pochi lavoratori e la dimostrazione viene proprio dalle parole di alcuni di loro, che come testimonianza portano la loro storia che in realtà racchiude il dramma di migliaia di colleghi.

L'Ape sociale e l'ape volontario è precluso ai precoci in quanto essi non hanno 63 anni d'età, il loro problema principale è infatti essere arrivati a livello contributivo vicini alla pensione, ma essere anagraficamente ancora troppo giovani per il Governo. Allo stato attuale pare che solamente 1 o al più 2 su 10 riusciranno ad accedere alla pensione con il requisito della quota 41, sempre a condizione che le risorse siano sufficienti a coprire il numero delle domande che perverranno nei prossimi mesi.

Per i restanti lavoratori nulla cambierà con l'attuale modifica alla riforma Fornero. Chi riuscirà a beneficiarne? Ben pochi , ecco perché.

In pensione con quota 41? Solo 1 fortunato su 10

E' già paradossale, dicono i lavoratori confrontandosi sulle loro pagine ufficiale Facebook, che si usi il termine fortunato per indicare coloro che riusciranno ad accedere prima alla pensione; giacché in realtà tra questi vi rientrano solo coloro che hanno situazioni davvero disagiate.

Come gli inabili con un invalidità almeno del 74% , chi è in stato di disoccupazione e senza sostegno al reddito da almeno 3 mesi al momento della domanda, i care giver di un parente disabile convivente da almeno 6 mesi, o quanti siano impegnati in mestieri usuranti o negli 11 aggiunti dal Governo e catalogati come 'gravosi'. E abbiano lo ricordiamo, tassativamente, lavorato in regola almeno 12 mesi, anche non continuativi, prima di aver compiuto 19 anni. Un lavoratore sessantenne denuncia ad esempio di essere tagliato fuori dalla manovra nonostante abbia alle spalle 41 anni e 6 mesi di contributi regolarmente versati allo Stato, sia disoccupato ed abbia esaurito la Naspi, il motivo? Non ha lavorato in regola 12 mesi prima dei 19 anni.

Per lui la quota 41 non vale! E paradossalmente nemmeno l'ape sociale e l'ape volontario lo potranno aiutare in quanto non ha 63 anni d'età, per lui il requisito contributivo da raggiungere, a proprie spese, resta 42 anni e 10 mesi oppure la data del pensionamento ricadrà a 66 anni e 7 mesi. Poi vi è il caso di chi , lavoratore autonomo, pur avendo cessato la propria attività dopo 42 anni di contributi versati non potrà accedere alla pensione anticipata in quanto i disagiati disoccupati per la manovra sono solamente i dipendenti che si sono ritrovati disoccupati a causa di un licenziamento. Per lui Q41 non vale in quanto autonomo! Poi vi è il caso di chi è stato licenziato al termine di un contratto, che per la legge attuale non è meritevole di tutela come chi è disoccupato per licenziamento, i lavoratori hanno spesso parlato di assurdità di trattamento differente tra disoccupati di serie a e serie b.

Tanti altri i casi assurdi come quello di Carlo che guida un camion, quindi rientrante nei mestieri gravosi, ma essendo autonomo non potrà accedere alla quota 41, mentre il suo amico camionista, lavoratore dipendente potrà entrarci. In sostanza non occorre solo avere un'occupazione che rientri tra i mestieri gravosi ,ma è altrettanto necessario essere lavoratori dipendenti. Insomma effettivamente ci sembra davvero che il governo abbia creato grosse iniquità che certamente dovrà sanare. Voi cosa ne pensate a riguardo?