I lavoratori si interrogano ormai da settimane su quando i decreti relativi alla pensione anticipata con Ape social e Quota 41 vedranno la luce in Gazzetta ufficiale. Si attende di comprendere 'nero su bianco ' quali siano i reali beneficiari della riforma Pensioni.
I continui ritardi potrebbero non solo creare una crisi di nervi tra i lavoratori -specie i precoci, che iniziano a temere nulla venga fatto in tempi brevi per il loro dramma previdenziale-, ma potrebbero causare anche un inceppamento del sistema pensionistico. Al momento infatti, se si esclude la firma annunciata sui Dpcm, nulla di ufficiale è ancora stato pubblicato e all'Inps e nei patronati vige il caos più totale.
Ecco il punto della situazione al 9 giugno 2017.
Pensioni anticipate e quota 41: quando in Gazzetta Ufficiale?
Ormai sui gruppi Facebook i lavoratori si confrontano quotidianamente sulle ultime notizie, e lo sconforto pare essere alle stelle. In effetti, sebbene sia chiaro che le misure quota 41 e Ape social sono state approvate attraverso i decreti, tuttavia, non essendoci nulla di pubblicato ufficialmente in Gazzetta Ufficiale, restano moltissimi dubbi su chi potrà usufruire della pensione anticipata.
I sindacati Fp-Cgil ad esempio hanno richiesto al Governo un ampliamento della platea di lavoratori che potranno beneficiare della quota 41 e dell'Ape social attraverso un' allargamento del numero dei lavori da considerarsi gravosi.
I lavoratori restano come sospesi in un limbo ormai da tempo, continuando ad attendere le direttive ufficiali e definitive per la presentazione delle domande di pensione anticipata.
Al momento non sono ancora noti i tempi della pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale, sebbene si continui a dire che 'si tratta di giorni'.
Le ultime notizie dicono che le direttive generali concernenti la riforma pensioni e le due misure approvate siano ancora ferme alla Corte dei Conti. Ragione per cui, il timore dei precoci e dei lavoratori interessati all'Ape sociale, sono più che fondate: i provvedimenti continuano a restare non operativi.
Coloro che hanno provato a informarsi ai vari patronati ed all'Inps, non hanno trovato alcun chiarimento, anzi la confusione regna.
Questo stato di incertezza che perdura ormai da settimane, prima il ritardo sulla firma dei decreti, poi la non pubblicazione in G.U, aggrava ancor più la confusione già creata dalla Riforma Fornero del 2011, che ha alzato inesorabilmente l'asticella anagrafica e contributiva per poter accedere alla pensione, creando sconforto totale tra i lavoratori che erano prossimi alla pensione e che confidavano in questi aggiustamenti.
Ora a gran voce i lavoratori esausti chiedono una risposta: quando sarà la pubblicazione dei decreti in Gazzetta Ufficiale?
L'unica cosa che al momento pare certa è la scadenza entro la quale i precoci e gli interessati all'ape social potranno fare domanda, e cioè il 15 luglio compreso.
Il rischio però, non essendoci direttive ufficiali è che il sistema di controllo possa incepparsi, lasciando in standby le posizioni pensionistiche aperte ma non ancora esaminate.
In attesa di comprendere quando avverrà questo passaggio, molte donne, iscritte la gruppo facebook 'opzione donna proroga al 2018' che al momento non troverebbero alcun beneficio né dalla quota 41 né dai requisiti anagrafici necessari per poter accedere all'ape social, hanno chiesto sulla loro pagina ufficiale di firmare la petizione su charge.org.
Opzione donna e la petizione per la proroga
Lo scopo della petizione èottenere una proroga fino al 2018 della legge Maroni 243/2004 ('opzione donna'), lasciandone i requisiti di applicabilità invariati.
Chi avanza tale richiesta, sostiene che si tratti di una scelta di vita, di un modo per lasciare spazio ai giovani, nonché occasione di un notevole risparmio per lo Stato. Ancora, l'opzione donna darebbe dignità alle donne ormai disoccupate che non riescono a trovare Lavoro, darebbe sostegno ad anziani figli e nipoti, che avrebbero più tempo per supplire alle carenze del welfare.
La petizione è diretta tra gli altri a Matteo Renzi, Gentiloni, Maria Elena Boschi e ai sindacati. Le firme al momento non sono molte ed è per questo che le amministratrici del gruppo invocano alla massima partecipazione. Servirà anche questo azione a sbloccare la situazione di migliaia di donne che da tempo richiedono l'estensione di opzione donna oltre il 2015?