L’ennesimo incontro tra Governo e parti sociali di ieri 4 luglio, da qualcuno è stato definito interlocutorio. All’ordine del giorno la fase 2 di riforma, con i soliti argomenti che riguardano le pensioni future, cioè la pensione di garanzia per i giovani di oggi, la detassazione della previdenza complementare e gli interventi rivolti a scongiurare ennesimi inasprimenti dei requisiti per le pensioni, come sempre legati all’aspettativa di vita. L’occasione però è stata importante anche per alcuni chiarimenti che i sindacati hanno chiesto al Governo di esprimersi in relazione alle due misure già attive, cioè Ape Social e quota 41.

Il Governo fuga tutti i dubbi?

La Fase 2 di riforma, se sarà completata nei prossimi mesi, dovrebbe fare capolino nella prossima Legge di Stabilità e l’incontro di ieri è solo una tappa di avvicinamento alla scadenza della manovra finanziaria che come negli ultimi anni, avrà una parte dedicata alla previdenza. Ben diverso il discorso per le misure già in vigore (o ancora da far partire come l’Ape volontario), che sono prossime alle prime scadenze. I decreti attuativi di Ape e quota 41 sono usciti il 16 giugno in Gazzetta Ufficiale e le istanze di accesso scadranno il prossimo 15 luglio. Come spesso accade, l’interpretazione di alcuni articoli dei decreti, lasciava dubbi e perplessità nei sindacati e quindi nei lavoratori o gruppi di essi.

Ecco perché si è reso necessario chiedere chiarimento al Governo. Come riporta un articolo odierno della versione on line del quotidiano “Il Sole24Ore”, il Governo ha chiarito molti aspetti di quelle che il giornale definisce “code” delle misure in vigore.

Uno dei punti più a rischio interpretativo delle misure, risulta essere quello della correlazione tra Ape o quota 41 e Naspi.

Infatti, sia per l’accesso allo scivolo per i precoci, che per l’anticipo pensionistico, i disoccupati, oltre che centrare i requisiti anagrafici e contributivi, devono avere terminato di percepire la Naspi da almeno 3 mesi. In base al decreto, resterebbero fuori dalle due misure di pensione anticipata, quelli che non avevano i requisiti di accesso alla Naspi, oppure coloro i quali avevano bloccato la Naspi per un contratto di lavoro precario che è già scaduto da 3 mesi.

Il Governo al riguardo è stato chiaro ed ha fornito una interpretazione che di fatto fa rientrare anche questi soggetti tra i potenziali beneficiari delle due novità pensionistiche.

Documentazione da allegare

Un’altra contestazione all’operato del Governo, o meglio, ai decreti attuativi di Ape e quota 41, riguarda la documentazione da allegare alle domande di accesso. per i lavori gravosi, i decreti chiedono al lavoratore di allegare una busta paga (una per ogni rapporto di lavoro negli ultimi 6 anni se ci sono più datori di lavoro) ed una dichiarazione del datore di lavoro.

Se per il primo allegato, problemi non sembrano scaturirne, per il secondo, la situazione è diametralmente opposta. Molti lavoratori potrebbero essere impossibilitati ad allegare la dichiarazione del datore di lavoro, senza personale colpa.

Basti pensare ad aziende fallite o in procinto di essere liquidate (in pratica, sparite). Il Governo ha autorizzato gli edili (tra le categorie dei lavori gravosi) ad appoggiarsi, in alternativa al datore di lavoro, alla Cassa edile di appartenenza per recuperare la documentazione che risulta essere difficilmente recuperabile dalle aziende.