Il Governo aveva già messo in conto questa eventualità, ma oggi, a meno di due settimane dalla scadenza delle istanze di accesso di ape o quota 41, l’eventualità appare certezza. Le domande supereranno quelle previste in sede di attuazione delle due nuove misure ed i fondi disponibili non basteranno. Ci vorrà un nuovo intervento nella futura Legge di Stabilità di fine 2017, maggiore di quello già messo in conto. In pratica ci vorranno più soldi di quelli ipotizzati per le due misure da carattere tipicamente assistenziale. Ma come usciranno dal lavoro quelli che pur avendo presentato domanda e pur avendo i requisiti di accesso all’Ape sociale o a quota 41, non potranno lasciare il lavoro per esaurimento risorse finanziarie?
Senza contare poi che ci sarebbe ancora l’Ape volontaria per cui si attendono i decreti attuativi. In pratica, una situazione spinosa per il Governo, chiamato ad intervenire già oggi, nell’incontro con i sindacati sulla Fase 2 di riforma e soprattutto, in vista della prossima manovra finanziaria di fine anno.
Casse vuote?
Il Corriere della Sera, versione on line del 2 luglio fa il punto della situazione in vista dell’incontro di oggi 4 luglio in cui parti sociali e Governo torneranno ad affrontare la questione della pensione di garanzia, della detassazione della previdenza integrativa e dell’aspettativa di vita. L’aspetto delle dotazioni finanziarie per le pensioni sarà sicuramente centrale nel discorso di oggi, soprattutto alla luce dei dati statistici sulle domande già pervenute.
Sarebbero 40mila le domande che ha ricevuto l’Inps a poco meno di 15 giorni dalla scadenza delle istanze. Numeri alti quindi per l’Ape sociale, per la quale si prevedevano 60mila istanze nel 2017. Il lato tipicamente assistenziale della misura però, lasciava presupporre il successo della stessa, tanto è vero che il Governo ha lasciato margine in sede di decreti attuativi.
Infatti, furono creati degli ammortizzatori all’interno della misura, per detonare il probabile superamento delle dotazioni economiche a disposizione. Furono inseriti criteri di precedenza per le domande, da utilizzare nel caso in cui fossero superiori alle attese. Il superamento delle 60mila domande previste appare certo, addirittura per la prima scadenza delle istanze del 15 luglio.
Resta comunque possibile che anche dopo il15 luglio i lavoratori possono ancora presentare istanza e questo significa che probabilmente i 300 milioni di euro in dotazione per il 2017, non saranno sufficienti. Visto l’appeal delle misure ed il fatto che i soldi per il 2017 si riferiscono a metà anno, sembra che anche i poco più di 600 milioni stanziati per il 2018(anno intero), saranno pochi. Necessario quindi implementare le risorse con la manovra di fine anno, sempre che altre urgenze e veti di Bruxelles lo consentano.
Cosa succede ora?
Consci del pericolo superamento delle soglie, il Governo nel pacchetto normativo ha inserito alcuni criteri che consentiranno di assegnare le pensioni in maniera preferenziale e fino ad esaurimento risorse.
Si accetteranno le istanze in base alla prossimità della pensione vera e propria, cioè 66 anni e 7 mesi. Parametro successivo, in caso di uguale età, la data di presentazione delle istanze. Per gli esclusi nell’immediato, la pensione slitterà all’anno venturo e sono previsti arretrati dal momento in cui si raggiungono i requisiti di accesso. proprio la questione arretrati, con il rischio che una grossa fetta di platea sarà spostata come primo incasso delle pensioni all’anno venturo, i 609 milioni sembrano pochini. Infatti, vanno aggiunti tutti i potenziali nuovi richiedenti, cioè quelli che raggiungeranno i requisiti di accesso l’anno prossimo.