Storie di ordinaria follia in un Paese, l'Italia, dove troppo spesso ci si dimentica che dietro a numeri, coefficienti, mezzo punto di Pil eccetera ci sono vite reali di uomini e donne. Oggi raccogliamo lo sfogo del sig. Claudio Fabbretti, lavoratore precoce disoccupato, ex autonomo senza reddito, che si vede impossibilitato nell'andare in pensione accedendo al prepensionamento. Il sig. Fabbretti si augura che il suo messaggio possa essere d'aiuto a chi si trova nelle sue stesse condizioni, senza lavoro, con 42 anni di contributi, appartenente alla categoria dei lavoratori precoci, ma con la finestra della pensione anticipata impossibile da aprire.
Una situazione che accomuna diversi lavoratori precoci
"Non è ammissibile che un ex autonomo senza reddito non venga considerato disoccupato seppur con lo status di disoccupato e precoce, magari con 42 anni di contributi, e non può usufruire della pensione anticipata come un dipendente che è stato licenziato per giusta causa - e quindi considerati disoccupati - se appunto sono ex dipendenti", inizia così il messaggio dell'ex autonomo Claudio Fabbretti.
Ricordiamo che oggi l'Ape social e la Quota 41 sono rivolte anche ai disoccupati sì, ma a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa e che abbiano terminato da almeno 3 mesi di prendere l'indennità di mobilità, l'Aspi oppure la Naspi.
Nel caso del sig. Fabbretti, lo status di disoccupazione è derivante dalla chiusura della propria attività a causa di una malattia, come vedremo alla fine dell'articolo.
Negli ultimi giorni, Tommaso Nannicini è tornato a parlare della misura dell'anticipo pensionistico agevolato, affermando che è necessario consentire l'accesso alla misura anche ai disoccupati che arrivano da lavori a termine.
Se la proposta venisse presa in considerazione sarebbe sì un passo in avanti, ma non andrebbe a risolvere la situazione del sig. Fabbretti, che prosegue nel suo sfogo dicendo quanto segue:
"Non è ammissibile che un ex autonomo non possa avere gli stessi diritti di un ex dipendente e non avere degli ammortizzatori sociali. Non è possibile che un un autonomo che chiude per malattia per un lungo tempo non possa usufruire della mutua".
La conclusione del messaggio chiarisce ancora meglio la situazione - passatemi il termine - grottesca e paradossale in cui si è venuto a trovare il lavoratore che, lo ricordiamo ancora, ha versato 42 anni di contributi. Queste le sue parole:
"Inoltre, invalido civile del 46%, non possa svolgere alcun tipo di lavoro, 6 operazioni chirurgiche ed un anno di chiusura dell'attività per malattia, dopo un anno ancora ha dovuto chiudere per crisi".
La speranza del sig. Fabbretti (e la nostra) è quella di poter aiutare, attraverso il racconto della sua storia, i numerosi lavoratori che si trovano nella medesima situazione. Lasciate un commento qui sotto o sui social esprimendo quella che è la vostra opinione sulla vicenda.
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