Mentre continua senza sosta il dibattito estivo sulla questione previdenziale, governo e sindacati mettono a punto le proposte concrete da mettere sul tavolo di confronto sulla fase due della riforma Pensioni che tornerà a riunirsi il prossimo 30 agosto. Si punta a siglare un'intesa in vista della discussione, in autunno, della legge di Bilancio 2018 che dovrebbe contenere anche la seconda parte degli interventi di rivisitazione del sistema pensionistico. Oltre che la riforma pensioni al centro del confronto anche le correlate politiche per il lavoro, in particolare rivolte ai giovani.

Pensioni, esecutivo e parti sociali verso l'accordo

L'esecutivo punta a tagliare strutturalmente il cuneo in favore dei giovani. La riduzione del 50% per i primi 3 anni di contributi per giovani under 30 (o 35) assunti con contratto a tempo indeterminato è una delle ipotesi su cui è al lavoro Palazzo Chigi. Si discutere pure di provvedimenti finalizzati a potenziare le politiche attive, l'obiettivo è il sostegno all'occupazione e alla ripresa. "Misure di decontribuzione selettiva per i giovani - ha spiegato in particolare il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan - che dovranno essere permanenti". Così il titolare del Mef. "Il lavoro stabile - ha ribadito a più riprese il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti - deve costare meno di quello a tempo determinato, in via definitiva".

Padoan e Poletti, evidentemente, sono in sintonia.

Novità per giovani e donne nella fase 2 della riforma

Questi i principali punti da affrontare nell'ambito degli interventi sul lavoro. In materia di riforma pensioni, nella fase due, sarebbero previsti interventi per potenziare la soluzione Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) e per rilanciare il sistema di previdenza complementare.

Si attende inoltre un potenziamento dell'Anticipo pensionistico sociale entrato in vigore nelle scorse settimane, in particolare si sta discutendo di provvedimenti che rafforzino l'Ape social allargando le platee dei beneficiari e privilegiando le donne. Tra le ipotesi in discussione la valorizzazione del lavoro di cura familiare ai fini pensionistici.

Si discute anche di rendere strutturale l'Anticipo pensionistico sociale oggi introdotto in via sperimentale fino al 2018 o, in ogni caso, di prorogarlo sino al 2019.

Tutta da giocare la partita sull'aumento dell'età pensionabile

E' ancora tutta da giocare, tra governo e sindacati, la partita relativa all'aumento automatico dell'età pensionabile in rapporto alle speranze di vita. Lo stop dell'adeguamento automatico, al momento, coinvolgerebbe soltanto i lavoratori impegnati in mansioni gravose o la stessa platea dei beneficiari dell'Ape social (diversamente abili, chi assiste ammalati gravi, disoccupati). Ancora comunque è presto per discuterne nel merito, ha detto nei giorni scorsi il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti che ha rinviato la discussione a settembre o a ottobre, quando saranno diffusi i dati dell'Istat sulle aspettative di vita.