Sono a rischio 20mila posti di lavoro nel comparto del telemarketing se dovesse essere approvato in Senato il disegno di legge che istituisce il prefisso unico per tutti i call center. A sostenerlo è l'Assocontact, l'associazione nazionale dei contact center che sottolinea il fatto che,con l'istituzione del prefisso unico, il problema del cosiddetto "telemarketing selvaggio" non verrebbe assolutamente risolto anzi, si aggraverebbe ulteriormente poiché le offerte commerciali si mescolerebbero con quelle persecutorie producendo un rilevante danno non solo al consumatore, ma anche all'operatore telefonico che non sarebbe in grado, in questo modo, di svolgere il proprio lavoro in modo sereno.

La fine del telemarketing

Se anche la Camera dei Deputati dovesse dare il via libera al ddl trasformandolo in legge dello Stato a tutti gli effetti, si porrebbero le condizioni di una vera e propria fine di ogni attività legate al telemarketing perchè le aziende operanti in questo settore, sarebbero costrette ad individuare altri canali per vendere i prodotti e servizi a loro commissionati.

Chiamate moleste

Sono le chiamate pubblicitarie (teleselling) che hanno spinto le associazioni dei consumatori a fare pressione sul parlamento affinché fosse presentato questo ddl che dovrebbe tutelare i propri associati dalle chiamate indesiderate che quotidianemante vengono fatte da operatori o operatrici di call center con insistenza spesso associata ad aggressività e maleducazione.Il Registro Pubblico delle Opposizioni si e rivelato del tutto insufficiente perchè non da la possibilità di iscrizione dei numeri dei cellulari.Viene chiesto, insomma, a gran voce un chiaro e secco stop alle chiamate indesiderate.

A detta di Paolo Sarzana, il presidente dell'Assocontact, la Commissione dei Lavori Pubblici del Senato non avrebbe per nulla tenuto conto delle proposte di modifica al ddl in discussione sottolineando ,inoltre, che il telemarketing dà lavoro a più di 20mila persone che, a questo punto, rischierebbero di perderlo provocando un danno alla collettività sia in costi economici che sociali.Si tratterebbe, quindi, di trovare una forma di collaborazione, nelle sedi istituzionali preposte, tra tutte le associazioni in conflitto per arrivare ad un accordo che risolva definitivamente il problema delle "malicious call". Forse,un meccanismo di corresponsabilità,associato ad un'attività di monitoraggio e di educazione del gestore, potrebbe essere una delle soluzioni adottabili.