Sono molti i lavoratori e i pensionati in attesa di ricevere i rimborsi riguardanti il credito Irpef connesso alla propria dichiarazione dei redditi. Quest'anno il fisco si prepara a restituire circa 20 miliardi di euro in favore di 21 milioni di contribuenti, per una cifra media di circa 940 euro a persona. La maggior parte delle somme sarebbe connessa a oneri detraibili e deducibili, come ad esempio le spese mediche, i bonus per le ristrutturazioni o il pagamento di polizze vita. Oltre il 60% dei rimborsi sarà erogato in favore di contribuenti con redditi superiori alle 12mila euro e inferiori alle 50mila euro lorde annue.

Per molti pensionati il cedolino più pesante arriva dopo il pagamento della quattordicesima mensilità, anche se bisogna sottolineare che il bonus è legato alla specificità della propria dichiarazione, pertanto non tutti potranno vantare un credito d'imposta.

Pensioni: i nuovi commenti sull'aspettativa di vita

Nel frattempo prosegue la discussione sulla riforma previdenziale, che nonostante la pausa estiva si sta rivelando quest'anno sempre più accesa e ricca di prese di posizione. Ad esprimersi nuovamente nella giornata di ieri è stato il Professor Tommaso Nannicini, Responsabile delle politiche riguardanti economia e lavoro nel Partito Democratico. Secondo quanto ha espresso durante un'intervista rilasciata per il Sole 24 Ore, la questione va affrontata tenendo presente sia l'equità tra generazioni, sia il fatto che non tutti i lavori sono uguali.

"Nella scorsa legge di bilancio sono già stati esclusi i lavori usuranti", ha evidenziato Nannicini, spiegando che ora "bisognerà vedere se ci sono margini per fare ulteriori interventi selettivi".

Giovani, oltre alla pensione di garanzia serve puntare sui nuovi posti di lavoro

Per quanto riguarda invece la pensione di garanzia, ad una domanda diretta il Professore ha evidenziato come la questione riguardi in particolare i giovani lavoratori che andranno in pensione tra due o tre decenni.

Ma la questione va affrontata fin d'ora, prima di tutto facendo leva sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Il secondo passaggio da realizzare è quindi quello della creazione di "un'integrazione al minimo che ora non c'è per il sistema contributivo, ossia un assegno di garanzia modellato sui contributi versati e riconoscendo anche i periodi spesi nella formazione".

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