Non sono positive le novità che giungono in queste ultime ore riguardo l'Opzione Donna, nonostante i 24 miliardi di risparmi che garantirebbe, e più in generale il capitolo Pensioni. Intervenuto al Meeting di Rimini, il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha parlato della prossima legge di bilancio, confermando che la Legge di Stabilità per il 2018 si concentrerà prevalentemente sull'occupazione giovanile. Dichiarazioni che, anche se indirettamente, possono essere paragonate a quelle del viceministro dell'Economia Enrico Morando, il quale aveva di fatto chiuso la porta ad eventuali interventi sulla riforma previdenziale, dopo i decreti attuativi su Ape social e quota 41 entrati ufficializzati lo scorso luglio e in attesa dell'Ape volontaria che dovrebbe debuttare a settembre.

Europa, no alle distinzioni di genere nei trattamenti previdenziali

Su Yahoo Finance nella giornata di ieri il collega Fabrizio Arnhold ha evidenziato come l'Europa, o meglio la Commissione Europea, non sia - per usare un eufemismo - entusiasta riguardo a quegli interventi che possano far nascere delle distinzioni di genere all'interno dei trattamenti previdenziali di una singola nazione. Ne consegue che il governo si troverebbe frenato nella sua azione, in riferimento appunto ad Opzione Donna, i cui requisiti sono profondamente diversi rispetto ai paletti prefissati dall'esecutivo negli ultimi provvedimenti, vedi ad esempio l'anticipo pensionistico agevolato.

E' il caso di preoccuparsi oppure è l'ennesimo allarme proveniente dall'Europa a cui siamo ormai vaccinati da tempo?

Teoricamente, le recenti dichiarazioni del primo ministro italiano e quelle del numero due del Ministero dell'Economia portano a credere che la strada verso il riconoscimento della proroga di OD al prossimo anno, e non solo quella, sia tutta in salita, nonostante il cartello programmatico presentato dai sindacati alla vigilia dei primi incontri con i rappresentanti dell'esecutivo sulla fase 2 della riforma pensioni.

Spazio all'Ape allargata alle donne

Tornando alla distinzione di genere nel trattamento previdenziale, che non raccoglie il favore dell'Unione Europea, non è forse casuale che il governo, prima della pausa estiva, si fosse mosso nella direzione di un Ape sociale allargata al maggior numero possibile di lavoratrici. Viene naturale pensare che si voglia quanto più uniformare gli interventi, andando a pareggiare i conti anagrafici sull'età pensionabile, rendendola uguale per uomini e donne.

La discussione sull'Ape donna continua ad essere considerata negativamente dal gruppo "Opzione Donna Proroga al 2018", come ricordato anche ieri, attraverso un post, da Giulia Molinaro, amministratrice del gruppo insieme a Vania Barboni, da anni attive per chiedere la proroga, di anno in anno, della misura. La speranza massima è quella che un giorno OD diventi strutturale. Al momento però la politica dei piccoli passi, forse, è la strada migliore da percorrere. Per aggiornamenti continuate a seguirci.