È necessario evitare di "mettere in contrapposizione gli interventi sul lavoro con quelli sulla previdenza, i giovani con gli anziani". Ad affermarlo è il Presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano, tornato ad esprimersi sull'attuale dibattito previdenziale dopo le ultime prese di posizione in arrivo dall'esecutivo. Secondo il parlamentare, agire diversamente da quanto consigliato significherebbe strutturare la prossima legge di bilancio 2018 in modo "miope e perdente".

Le dichiarazioni sulla pensione di garanzia

Per quanto concerne i giovani, l'On.

Damiano ha ricordato la necessità di ripensare il meccanismo di funzionamento della previdenza, definendo un assegno di garanzia per chi si è inserito nel mondo del lavoro dopo "il fatidico spartiacque del 1996". Il riferimento va al calcolo contributivo puro dei futuri assegni e ad una possibile integrazione. "Significa pensare adesso a chi comincerà a lasciare il lavoro a partire all'incirca dal 2035". A tal proposito, ricorda che un simile intervento sarà costoso, con una possibile integrazione che nella proposta firmata assieme all'On Gnecchi prevede di integrare fino a 500 euro mensili, però "il Governo deve dare un segnale subito".

Flessibilità previdenziale, serve cancellare la tagliola introdotta dal Governo Monti

Stante la situazione, dalla Commissione lavoro si chiede di intervenire sulla cosiddetta "tagliola" prevista dal Governo Monti, che richiede ai giovani di maturare un assegno uguale o superiore a 2,8 volte il minimo Inps per poter accedere al pensionamento anticipato a partire dai 63 anni di età.

Un vincolo che si traduce nella necessità di ottenere un assegno non inferiore alle 1300 euro mensili. Si tratta di una soglia che "non è facile da raggiungere, soprattutto per le generazioni del lavoro discontinuo e a bassa retribuzione". Un requisito che viene pertanto etichettato come "crudele e stupido", dato che nel calcolo contributivo puro si ottiene un assegno corrispondente a quanto effettivamente versato nel corso degli anni di lavoro.

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