Ancora dibattiti per quanto riguarda la tanto famigerata Quota 100, la proposta lanciata dal segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini. Rimane quindi, ancora un dialogo aperto in vista dei prossimi incontri previsti per la fine di agosto fra il Governo Gentiloni e le organizzazioni sindacali.

Salvini spinge sulla Quota 100

Nessuna risposta è arrivata dall'esecutivo; è questo il motivo che spinge il Leader del Carroccio a rilanciare la proposta che mira all'uscita anticipata per migliaia di lavoratori con particolare riferimento ai precoci rimasti esclusi dalle norme contenute nella nuova Legge di Stabilità.

Con quota 100, infatti, si darebbe la possibilità a molti soggetti di lasciare anticipatamente l'attività lavorativa dopo il raggiungimento di almeno 60 anni di età anagrafica accompagnati dai 40 anni di contributi effettivamente versati. Si tratta comunque di una proposta che non ha ricevuto molti consensi da parte delle varie forze politiche visto che, l'età anagrafica verrebbe abbassata e nello stesso tempo occorrerebbero più anni di contribuzione.

Per i lavoratori precoci, invece, si studia il meccanismo di Quota 40, un sistema di uscita anticipata dopo il raggiungimento di almeno 40 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica. Nonostante il Governo sembra lasciare nel dimenticatoio le due proposte, c'è chi continua a sostenerle.

Si tratta del Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano il quale sembrerebbe d'accordo con le ipotesi tanto sbandierate da Salvini.

La proposta sulla Quota 100 della Lega Nord, infatti, è già stata depositata in Commissione Lavoro alla Camera anche se è stata sin da subito scartata per lasciare spazio all'approvazione dell'Ape nella Legge di Bilancio.

Damiano chiede lo stop dell'aumento dei requisiti

In vista del prossimo incontro previsto per il 30 agosto, intanto, l'ex ministro del Lavoro ricorda la sua proposta per introdurre una maggiore flessibilità in uscita dopo la maturazione di almeno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi oppure 63 anni di età e 37 anni di contribuzione o ancora, 64 anni di età anagrafica accompagnati dal versamento di 36 anni di contributi.

Una proposta che mirerebbe soprattutto al ricambio generazionale nelle aziende per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Sul tavolo, anche lo stop all'innalzamento dell'età pensionabile per via degli adeguamenti dei requisiti alla speranza di vita.