I dettagli del decreto attuativo dell'Ape volontario che dovrebbe partire (condizionale d'obbligo) dai primi di settembre, l'estensione della Quota 41 per tutti i lavoratori precoci (e non solo per alcuni), la proroga del regime sperimentale di Opzione donna: questi e altri temi relativi alla riforma Pensioni stanno passando in questi giorni in secondo piano rispetto al tema dell'aumento dell'età pensionabile che sta infiammando il dibattito politico e sindacale estivo. A illustrare la linea del governo e del Pd, il partito di maggioranza relativa, sono stati il viceministro all'Economia e Finanze Enrico Morando e Tommaso Nannicini, responsabile economico del partito guidato dal segretario Matteo Renzi.

Pensioni: interventi di Morando, Nannicini, Poletti, Damiano e Sacconi

Secondo Morando e Nannicini sarebbe un errore, e comunque non si potrebbe fare per mancanza di copertura finanziaria, lo stop all'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso al pensionamento così come chiedono i sindacati. Da Palazzo Chigi e dal Nazareno, al momento, non viene considerata nemmeno l'ipotesi di rinviare l'innalzamento al 2021 piuttosto che al 2019, come invece viene proposto dai presidenti delle commissioni Lavoro del Senato e della Camera, Maurizio Sacconi e Cesare Damiano. Le organizzazioni sindacali, che torneranno a incontrarsi per tre volte con il governo tra la fine d'agosto e gli inizi di settembre, hanno già annunciato battaglia e dunque è alto il rischio rottura tra l'esecutivo e le parti sociali al tavolo di confronto sulla fase due della riforma pensioni.

Il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti, dopo le dichiarazioni di Nannicini e Morando che sembrano dettare la linea del governo, non si è ancora espresso. Il ministro Poletti, nelle scorse settimane, aveva provato a calmare gli animi rinviando la discussione in autunno, quando saranno disponibili i nuovi dati sull'aspettativa di vita che saranno diffusi dall'Istat.

Sembra difficile trovare un accordo per lo stop all'innalzamento dell'età

Oggi fa sentire la sua voce il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan. "Non si tratta - ha detto in un'intervista pubblicata sul quotidiano La Repubblica oggi in edicola - di contrapporre le ragioni dei 'vecchi' a quelle dei 'giovani'. Rivedere l’automatismo che lega l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita - ha sottolineato il leader della Cisl - è un’iniziativa che invece va proprio a favore dei giovani".

La Cisl propone sostanzialmente di ripensare il meccanismo di adeguamento delle pensioni alle speranza di vita, perché così com'è "non è uniforme, varia - ha specificato Annamaria Furlan - da lavoro a lavoro". Il sistema andrebbe rivisto, secondo il leader della Cisl, anche valutando i lavori usuranti. "In prospettiva - ha detto la Furlan nell'intervista concessa a La Repubblica - lavorare fino a 70 anni per tutti è inimmaginabile". Sembra dunque sempre più difficile, stando così le cose, trovare un accordo per fermare l'aumento dell'età pensionabile. Qualcosa di più, in merito a tale questione, si potrà sapere nei prossimi giorni quando torneranno a riunirsi l'esecutivo e le parti sociali sulla fase 2 della riforma pensioni.