Lo scorso 4 settembre il Decreto Attuativo dell’Anticipo Pensionistico Volontario è stato licenziato positivamente dal Consiglio dei Ministri e firmato dal Premier Gentiloni. Finisce così il lungo iter di approvazione della novità previdenziale principale uscita dall’ultima Legge di Bilancio. Rinvio dopo rinvio, la misura finalmente è ufficiale e presto dovrebbe essere attiva. Infatti adesso si attende la pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale che di fatto consentirà ai possibili beneficiari e richiedenti di presentare istanza. Ecco in sintesi tutto quello che bisogna sapere sull’Ape volontario e come si presenteranno le istanze.
Quando il via?
La procedura, come stabilito in sede di firma del decreto, dovrebbe partire entro ottobre. Come dicevamo, sarà la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale a decretare il via definitivo della misura, anche se dopo la firma del Premier, l’Anticipo è pienamente attivo. Si tratta della misura nata per dare risposta alle esigenze di flessibilità del sistema previdenziale, misura che però, nasconde una particolarità molto importante. Per la prima volta nel sistema entrano in scena soggetti terzi rispetto ai classici pensionati ed Inps. Si tratta di banche ed assicurazioni, soggetti che rispettivamente, finanzieranno ed assicureranno le pensioni erogate in anticipo. La misura è retroattiva, cioè partirà, per gli aventi diritto, dallo scorso 1° maggio, data di avvio della misura secondo il decreto originario in manovra finanziaria.
in pratica, per chi ne aveva diritto già dallo scorso maggio, si potrebbero percepire arretrati a partire proprio dal 1° maggio scorso.
L’Ape volontario
Una pensione erogata dall’Inps senza tredicesima, senza rivalutazione e senza possibilità di essere girata ad un familiare in caso di decesso. Erogata dall’Inps dicevamo, ma pagata con soldi di un istituto di credito, sotto forma di finanziamento bancario.
Il tutto con interessi per il prestito e spese di assicurazione per il caso di premorienza del pensionato. La misura è richiedibile a partire dai 63 anni con almeno 20 anni di contributi versati. La pensione anticipata sarà erogata fino al compimento di 66 anni e 7 mesi di età, cioè fino a quando il pensionato riuscirà a centrare l’età anagrafica per la vera pensione di vecchiaia.
Da quel momento poi, ci sarà da fare i conti con la restituzione del prestito. Sempre l’Inps erogando la pensione di vecchiaia ai pensionati, tratterrà la quota relativa alla rata di prestito da restituire. Si tratta di 13 rate all’anno (anche la tredicesima) e per la durata totale di 20 anni.
Domande
Come per le due misure già attive, Ape sociale e quota 41, anche per l’ape volontaria c’è da fare i conti con la domanda di certificazione. In pratica, all’Inps il richiedente deve prima presentare la domanda di certificazione del diritto all’Ape volontaria. L’Inps deve certificare che il richiedente abbia i requisiti per accedere all’Anticipo Pensionistico e solo dopo la risposta affermativa dell’Istituto si potrà presentare davvero la domanda di pensione.
In concomitanza con la domanda di pensione in anticipo, il pensionato sarà tenuto a presentare anche quella di vecchiaia che avrebbe dovuto presentare a 66 anni e 7 mesi. Nella risposta dell’Inps, l’Istituto dovrà certificare anche quanta Ape potrà richiedere il pensionato, con una forchetta che oscillerà tra il 70 e il 90%.