L’ultimo incontro in materia previdenziale al Ministero del Lavoro, svoltosi il 30 agosto, ha confermato la pensione minima di garanzia come provvedimento principale su cui si cerca di trovare l’intesa tra Governo e sindacati. Una intesa che sembra più vicina, proprio perché la misura per i giovani di oggi, nonché futuri pensionati, è una priorità riconosciuta come tale da tutte le parti in causa. Il quotidiano “Il Mattino” in diversi articoli ha spiegato nel dettaglio la misura che si andrà a creare e le motivazioni che hanno spinto il Governo a cercare di vararla.
Il problema previdenziale
Evidente che ogni misura sulle Pensioni che si va a varare metta in risalto un problema previdenziale, altrimenti non ci sarebbe bisogno di prepararla. Anche la pensione di garanzia nasce con l’obiettivo di sanare una evidente crepa del sistema previdenziale e del mondo del lavoro. I giovani di oggi hanno difficoltà a trovare un lavoro che permetta carriere lunghe. Il precariato, i contratti di collaborazione, i voucher ed il part time sono strumenti di regolarizzazione del lavoro che ai fini previdenziali non valgono molto. I giovani di oggi difficilmente riescono a raggruppare contributi tali da rendere dignitosa la loro futura pensione. Se a questo si aggiunge la modalità di calcolo delle pensioni future, che sarà sempre il sistema contributivo, appare ancora più evidente come questi giovani di oggi saranno pensionati poveri domani, con assegni inferiori a 500 euro al mese.
Come sottolinea il Mattino, una pensione che può essere considerata quasi irraggiungibile, o nella migliore delle ipotesi, povera. Questo il quadro che è di fronte a giovani che hanno iniziato a lavorare e versare contributi dal 1° gennaio 1996, cioè nel sistema contributivo.
La soluzione
La scelta del Governo di dare vita a un meccanismo di garanzia che assicuri quanto meno una pensione degna ai giovani mette in risalto un problema di adeguatezza delle pensioni future.
Solo i pochi che oggi hanno lavori stabili potranno reggere il paragone con le pensioni di oggi, perché gli altri andranno a percepire meno dei loro padri. Lo scenario appare ancora peggiore se si pensa che l’aspettativa di vita sposterà in avanti le soglie di accesso già nel vicino 2019. In pratica, mentre i requisiti di accesso per le pensioni si alzano, le difficoltà a trovare lavoro fanno il resto e senza 20 anni di contributi, la pensione di vecchiaia potrà essere percepita solo a 70 anni e diversi mesi.
Sull’aspettativa di vita i sindacati hanno già mosso appunti chiedendo di congelare il meccanismo per non allontanare sempre di più le pensioni, o quanto meno, di differenziare gli scatti in base al lavoro svolto.
La misura in sintesi
Ma cosa sarebbe questa fantomatica pensione di garanzia? In pratica, si cerca di inserire nel palinsesto normativo delle pensioni una soglia minima di importo da erogare a quanti, per numero e valore di contributi versati, corrono il rischio di percepire pensioni inferiori ai 500 euro al mese. La cifra dovrebbe essere tra i 650 e i 680 euro e verrebbe raggiunta grazie all’utilizzo dell’assegno sociale. In pratica, per pensioni di basso importo, in futuro si utilizzerà l’assegno sociale che andrebbe a coprire la parte mancante ai 650 euro circa che sarà la pensione minima erogabile.