Proseguono gli aggiornamenti sulla riforma previdenziale, con le parti sociali che dopo l'ultimo incontro con il Governo rimarcano la necessità di interventi più decisi rispetto a quelli finora ipotizzati. "Le donne italiane sono quelle che vanno in pensione più tardi rispetto al resto dell'Europa" ha specifica la leader della Cisl Annamaria Frulan durante un suo intervento a Radio Anch'io, spiegando che "proprio per questo nell'accordo raggiunto più di un anno fa con il Governo abbiamo condiviso un punto ben preciso e cioè che l'aspettativa di vita va rivista".

Per le parti sociali appare fondamentale rivedere tale meccanismo, di cui non si chiede una cancellazione ma piuttosto un ripensamento in favore di "quei lavoratori e quelle lavoratrici per cui l'AdV è un po' più bassa rispetto a quello che le statistiche prevedono". Sulla riforma previdenziale sarà importante capire cosa accadrà nei prossimi appuntamenti. "La discussione è ancora aperta ed i bilanci si fanno sempre alla fine" ha quindi concluso la sindacalista, augurandosi che i nuovi incontri possano portare ad una soluzione delle questioni rimaste ancora irrisolte.

La UIL chiede di introdurre maggiore flessibilità e di migliorare i trattamenti

Anche per la UIL la proposta del Governo è ritenuta insufficiente, soprattutto per quanto concerne le disparità di genere ed il problema delle penalizzazioni che subiscono le donne dal punto di vista pensionistico.

Secondo il Segretario Confederale Domenico Proietti, per fare in modo che il provvedimento risulti efficace "occorre prevedere 12 mesi di anticipo rispetto all'età legale per l'accessione alla pensione di vecchiaia per tutte le lavoratrici che abbiano avuto o adottato un figlio". A questo beneficio bisogna poi aggiungere "4 mesi per ogni figlio oltre il primo, fino a un massimo di due anni".

Ed allo stesso tempo bisogna ridurre "l'importo soglia per l'accesso alla pensione contributiva anticipata a 63 anni e 7 mesi" che "deve scendere da 2,8 ad almeno 2 volte l’assegno sociale". Infine, il sindacalista evidenzia la necessità di migliorare i trattamenti valorizzando il lavoro di cura ed individuando più benefici connessi con la maternità, ad esempio con un incremento del 50% della contribuzione figurativa associata a questo periodo.

Pensioni: resta da determinare l'effettivo stanziamento di risorse

Anche la Cgil ha etichettato come insufficiente la proposta giunta finora in favore delle donne. La partita è ancora aperta, ma è chiaro che una parte importante verrà giocata sulle coperture. "È stato chiesto al Governo di quantificare le risorse che potranno essere messe a disposizione degli interventi previdenziali" ha specificato il Segretario Nazionale Roberto Ghiselli, "ma il Ministro ha nuovamente ribadito che solo dopo il 20 settembre (data in cui verrà presentata la Nota di aggiornamento del Def) e nell’ambito della predisposizione della Proposta di legge di bilancio 2018, saranno in grado di fornirci una risposta".

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