Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 9 settembre vedono in corso di preparazione dai sindacati una nuova controproposta sulla flessibilità previdenziale al femminile, dopo che le ipotesi emerse con il tavolo negoziale dello scorso 7 settembre sono state ritenute insufficienti da tutte le sigle coinvolte. Nel frattempo prosegue anche la discussione sugli adeguamenti all'inflazione degli assegni già in essere, con una nota positiva rispetto agli intenti condivisi. Dal Governo arriva infatti la conferma per un cambio di rotta a partire dal 2019, con il ripristino del meccanismo di calcolo in essere dalla LdB2011 ed un sistema di recupero che sarà basato su diversi scaglioni di reddito.
Infine, sono da evidenziare le richieste per il rilancio della previdenza complementare. Vediamo insieme tutti i dettagli nel nostro nuovo articolo di approfondimento.
Pensioni: le misure per le donne non sono sufficienti
L'ipotesi di un allentamento dei criteri di accesso all'APE sociale tramite la creazione di una versione rosa con uno sconto biennale sul requisito contributivo è ritenuta insufficiente dalle parti sociali, che puntano a realizzare una controproposta rivolta a tutta la platea di genere femminile. È quanto emerge dalle ultime dichiarazioni del Segretario Confederale Roberto Ghiselli e del Responsabile di pubblica previdenza Ezio Cigna in Cgil. "Per noi il riconoscimento del lavoro delle donne è un concetto universalistico e non può essere ridefinito all’interno dello strumento dell’Ape sociale che, invece, è riferito ad alcune casistiche particolari", hanno evidenziato i sindacalisti.
"Inoltre riteniamo che oltre al lavoro prestato per la cura dei figli è necessario riconoscere anche quello dedicato alla cura di familiari disabili o non autosufficienti". Stante la situazione, durante i prossimi giorni verrà quindi presentata una nuova proposta, che potrà risultare maggiormente coerente rispetto a tutti i punti siglati nel verbale di accordo del 2016 firmato con il Governo.
Tra i temi da rivedere anche la flessibilità in uscita e l'aspettativa di vita. Infine, resta la questione delle risorse a disposizione nella prossima Manovra, un punto sul quale il Governo non è intenzionato ad esporsi fino alla presentazione del DEF il prossimo 20 settembre.
Pensioni, arrivano nuovi interventi sul meccanismo di rivalutazione
Per quanto concerne invece coloro che sono già in pensione arrivano importanti cambiamenti sul meccanismo di rivalutazione degli assegni. Dal 2019 potrebbe infatti cambiare nuovamente il sistema di adeguamento all'inflazione, con un recupero pieno per tutti coloro che percepiscono fino a tre volte il minimo Inps. Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti spiega che sarà fatto anche "un lavoro di analisi e verifica sulla composizione del paniere, che è alla base della rivalutazione delle pensioni". Mentre per coloro che percepiscono assegni superiore alla soglia (circa 1500 € al mese) sarà comunque prevista una rivalutazione parziale e basata su due diversi scaglioni.
Verrà quindi garantito il 90% tra 1500 e 2500 euro ed il 75% tra le quattro e le cinque volte il minimo.
Previdenza integrativa: le misure allo studio
Sul comparto resta infine atteso anche un rilancio della previdenza integrativa, con diverse misure che dovranno intervenire sia per il ripristino di una maggiore equità che per la flessibilizzazione dell'accesso e dell'ottenimento delle prestazioni. Nel primo caso si parla di parificare le regole di funzionamento tra pubblico e privato, mentre le altre ipotesi di intervento prevedono una fruizione più semplice della RITA (Rendita integrativa temporanea anticipata), che andrebbe slegata dai criteri stringenti dell'APE volontaria.
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