Nella giornata di ieri è tornata a parlare Elsa Fornero, nell'immediata vigilia della decisione della Corte Costituzionale sull'illegittimità o meno della mini-rivalutazione decisa dal governo Renzi nel 2015 attraverso il cosiddetto bonus Poletti. Diversi i temi trattati dall'ex ministro del Lavoro, che si è espressa anche sull'aspettativa di vita, una delle questioni centrali del dibattito sulle Pensioni degli ultimi giorni. All'indomani della pubblicazione dei dati Istat, appare sempre più concreto il via libera all'aumento dell'età pensionabile a 67 anni per il 2019, sebbene in queste ore si siano registrate dichiarazioni da parte dei rappresentanti del Pd che vanno nell'esatta opposta direzione.

"Non esistono solo i diritti acquisiti dei più anziani"

Uno dei passaggi chiave dell'intervento di Elsa Fornero sulle pagine del quotidiano Il Foglio ha avuto per oggetto i diritti acquisiti di chi si trova più in là con gli anni. Nel sottolineare come non esistano soltanto i diritti di quest'ultimi, la Fornero ha ricordato a governo e Consulta di pensare anche alle nuove generazioni e quelle future. Un tema caro anche al presidente Tito Boeri, che in riferimento all'aspettativa di vita ha sottolineato come un eventuale blocco possa arrivare a costare alle casse dello Stato qualcosa come 140 miliardi di euro nei prossimi dieci anni.

A proposito dei ricorsi presentati alla Corte Costituzionale dopo il bonus Poletti, Elsa Fornero si è smarcata dalle responsabilità, addossandole in primis ai giudici della Consulta, rei di aver dichiarato illegittimo il blocco delle rivalutazioni delle pensioni stabilito dalla sua riforma, e successivamente al governo Renzi, che ha utilizzato un decreto formulando in maniera retroattiva.

Riguardo a lei, si è presa il merito di aver evitato il blocco delle perequazioni per gli assegni previdenziali più bassi.

Sempre nel corso della giornata di ieri l'ex ministro Fornero ha rilasciato un'intervista a Radio Monte Carlo, durante la quale ha ribadito come il governo Monti non avesse previsto la pensione a 67 anni ma che si era limitato a dare esclusivamente attuazione ad una legge che precedentemente era stata introdotta con il governo Berlusconi, quella riguardante appunto l'aggancio dell'età pensionabile all'aspettativa di vita, secondo il concetto "se si vive di più, si lavora di più".

In riferimento alle discussioni delle ultime settimane, la Fornero ha infine concluso dicendo di trovarsi d'accordo con chi cerca dei correttivi per quelle persone che hanno iniziato prima a lavorare (lavoratori precoci ndr), per chi svolge attività gravose e per le donne che hanno avuto dei figli. Per quest'ultime, il governo starebbe pensando alla misura Ape sociale donna.