L'indiscrezione rilanciata ieri dal Corriere della Sera sul possibile blocco dell'aspettativa di vita alle 11 categorie dell'Ape social va nella direzione di quanto chiedevano i sindacati e alcuni esponenti politici del Partito democratico. Come ad esempio Cesare Damiano, il quale afferma però come questo sarebbe un passo avanti ma non sufficiente. Secondo il presidente della commissione Lavoro alla Camera, l'obiettivo da perseguire è il rinvio della decisione a giugno 2018, quando una nuova legislatura verosimilmente sarà operativa in Italia. Rimane aperta poi la questione dell'Ape sociale, in riferimento alla revisione delle domande da parte dell'Inps.

'Un passo avanti, ma non sufficiente'

Attraverso una nota pubblicata sul proprio sito internet, Cesare Damiano ha giudicato un passo avanti ma non sufficiente l'eventuale esclusione dall'aumento dell'eta pensionabile a 67 anni delle persone che svolgono attività gravose, le stesse individuate nel decreto dell'anticipo pensionistico agevolato ufficializzato nel luglio scorso. Dai macchinisti alle maestre d'asilo, muratori e infermieri, camionisti e facchini, badanti e addetti alle pulizia, raccolta dei rifiuti e concia delle pelli.

Damiano si ripete nel chiedere un posticipo della scelta sull'aspettativa di vita al prossimo anno, una volta terminate le elezioni politiche che si terranno in primavera.

Il nuovo limite viene fissato al 30 giugno 2018. In realtà, per legge, una risposta del governo sull'automatismo tanto criticato dai sindacati e parte della politica, è attesa entro dicembre di quest'anno, come ricorda lo stesso approfondimento pubblicato dal Corriere. Ad oggi, il piano B che prevede l'esclusione dall'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso alla pensione dei lavoratori occupati in mansioni gravose appare la strada più percorribile.

La misura sarebbe sostenibile a livello economico, in quanto costerebbe "solo" 100 milioni di euro, facilmente reperibili in fase di discussione della legge di Bilancio. Una cifra ben diversa rispetto ai 141 miliardi indicati da Tito Boeri quale spesa nei prossimi dieci anni per far fronte al mancato automatismo dell'età pensionabile basato sull'aspettativa di vita, dopo che anche i dati Istat hanno confermato che nell'ultimo triennio (2014, 2015, 2016) gli italiani vivono in media cinque mesi in più rispetto all'ultimo rilevamento datato al 2013.

Tornando alle parole di Cesare Damiano, l'onorevole del Partito democratico ha voluto ricordare la questione legata alla valanga di rifiuti da parte dell'Inps per le domande sull'Ape sociale pervenute da inizio luglio. Quasi il 70 per cento di richieste respinte hanno inizialmente fatto gridare allo scandalo sindacati e politici, tanto da rendere necessario un nuovo intervento del Ministero del Lavoro, che ha chiesto all'Inps di rivedere le domande rifiutate e di applicare i principi su cui la misura si era basata.

Nella nota apparsa sul portale cesaredamiano.org, il presidente della commissione Lavoro alla Camera dei Deputati chiarisce come l'Inps eventualmente potrà accogliere al massimo il 50 per cento delle domande precedentemente rifiutate.

Una percentuale che, se presa complessivamente con i rifiuti della prima ora, rimane insufficiente agli occhi dei lavoratori che hanno presentato domanda di prepensionamento. Una sconfitta - chiosa Damiano - per il governo Renzi e quello Gentiloni. Il primo aveva dato vita allo strumento, il secondo non è riuscito ad attuarlo. Non il modo migliore per terminare la legislatura e presentarsi al voto nella prossima primavera.