Sull'aumento dell'età pensionabile interviene anche la Lega Nord fautrice della proposta di legge n. 4600 firmata dal deputato leghista Roberto Simonetti. Dopo la decisione non proprio soddisfacente del Governo Gentiloni, infatti, sarebbero pronte le nuove richieste per avviare una nuova audizione. "È chiaro a tutti, a questo punto, che il Governo non ha avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Finora ha fatto melina con sindacati e parlamento in attesa della certificazione Istat sulla speranza di vita", avrebbe affermato l'onorevole Simonetti chiedendo un'audizione urgente con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e mostrando tutta la sua indignazione verso un Governo disattento al problema di migliaia di lavoratori che si accingono a richiedere l'agognato pensionamento.

I requisiti pensionistici aumenteranno di 5 mesi

Dopo la conferma da parte dell'Istituto Nazionale di Statistica, infatti, i requisiti pensionistici per l'accesso al trattamento previdenziale si adegueranno automaticamente all'aspettativa di vita determinando un ulteriore aumento di cinque mesi sull'età pensionabile: dal 2019 si passerà dai 66 anni e 7 mesi attuali ai 67 anni di età anagrafica per l'accesso al pensionamento di vecchiaia.

Simonetti chiede un'audizione urgente

È questo il motivo che spinge lo stesso Roberto Simonetti a chiedere un altro confronto per discutere sul da farsi per quanto riguarda l'emanazione di un decreto fiscale che possa bloccare l'automatismo dei requisiti alla speranza di vita.

"Ho posto la questione sull'aspettativa di vita in ufficio di presidenza in commissione lavoro oggi pomeriggio", ha confermato il deputato della Lega Nord spiegando la necessità di intervenire con un decreto entro il 2017 al fine di inserire una misura nella nuova Legge di Stabilità che con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018.

Una questione sollevata anche dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera cesare damiano, il quale avrebbe proposto il rinvio dell'adeguamento dei requisiti all'aspettativa di vita al prossimo giugno 2018 in modo tale da dare più disponibilità temporale al Governo Gentiloni di prendere ogni decisione in merito alla questione. Tuttora, però, l'esecutivo non sembrerebbe propenso ad affrontare il delicato tema visto che, per la nuova Legge di Bilancio ci sarebbero altre priorità in campo previdenziale.