Il Governo Gentiloni avrebbe confermato l'innalzamento dell'età pensionabile dovuto all'adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita. Dal 2019, infatti, l'età pensionabile aumenterebbe di ulteriori cinque mesi passando dai 66 anni e 7 mesi ai 67 anni per accedere alla pensione di vecchiaia.
Governo concentrato su giovani e donne
Tutto l'operato dell'esecutivo, infatti, si concentra su altri temi considerati una priorità e che dovrebbero essere inseriti nella nuova Legge di Bilancio che con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018.
Si tratta di alcuni argomenti oggetto di discussione nella cosiddetta Fase 2 dell'accordo siglato lo scorso autunno con i sindacati a Palazzo Chigi come la pensione di garanzia per le giovani generazioni, il riconoscimento dei lavori di cura e assistenza a favore delle lavoratrici, l'estensione dell'Ape Sociale e del meccanismo di Quota 41 e la proroga del regime sperimentale donna. Nonostante le numerose richieste da parte delle organizzazioni sindacali e delle varie forze politiche, l'esecutivo non è ancora riuscito a dare una risposta sul blocco dell'adeguamento automatico dei requisiti alla speranza di vita.
Salvini chiede l'eliminazione della Legge Fornero
Cosa che ha suscitato una profonda indignazione anche da parte del segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini: "Dal 2019 italiani in pensione a 67 anni.
Una vergogna, una follia, un'infamia. Via la Legge Fornero, il mio primo impegno al governo. Voglio restituire agli italiani il diritto e la gioia di essere genitori e nonni. Siete pronti a darci una mano?", ha affermato il Leader del Carroccio. A riportarlo è la nota agenzia di stampa Adnkronos.
Ciò lascia intendere che lo stesso Salvini avrebbe ben chiari i suoi obiettivi: eliminare in via definitiva la precedente Riforma Fornero al fine di garantire una maggiore flessibilità in uscita a migliaia di lavoratori rimasti penalizzati dalla precedente legge previdenziale.
Le ipotesi, al momento si baserebbero sull'introduzione della Quota 100, ovvero, sull'uscita anticipata dopo il raggiungimento di almeno 60 anni di età anagrafica e 40 anni di contributi effettivamente versati; per i lavoratori precoci, invece, si starebbe pensando all'introduzione del meccanismo di Quota 40 che permetterebbe l'uscita anticipata dopo il raggiungimento di almeno 40 anni di contributi indipendentemente dall'età anagrafica.