Il dibattito sull'insegnamento della disciplina "Cittadinanza e Costituzione", nelle scuole di ogni ordine e grado, sembra conoscere, proprio in questi giorni, un rinnovato fermento e un accresciuto interesse.

Dopo la riforma Gelmini del 2008, Cittadinanza e Costituzione non è una vera e propria disciplina curricolare, con un quadro orario ministeriale, ma, per usare le parole di Carmela Palumbo Direttore Generale per gli ordinamenti scolastici del MIUR: “una sorta di filo rosso che attraversa le discipline, un insegnamento rimesso a docenti di area letterario-umanistica”.

Il ripensamento di quella che un tempo, prima della riforma del 2008, era definita come "educazione civica" è reso ancora più urgente da eventi di grandissima attualità come la disaffezione alla partecipazione democratica o, per prendere in prestito una nota espressione di Piero Calamandrei, l'indifferentismo della politica che richiedono un adeguato intervento volto ad incoraggiare una cittadinanza realmente attiva e democratica; rigurgiti xenofobi e razzisti cui si può rispondere, soltanto, con un'autentica educazione interculturale e alla pace, inquietanti eccessi di violenza, anche familiare, spesso aggravati dalla componente discriminatoria, che rendono indispensabile, tra l'altro, anche una seria educazione di genere, non strumentalizzata da oscurantiste campagne di disinformazione dei cosiddetti antigender, oltre alla prevenzione e il contrasto di qualsiasi atteggiamento che possa essere percepito come un'esaltazione dell'uso della violenza e dell'arroganza come strumento per farsi ragione da sè.

Un investimento dello Stato, in questo senso, se si vuole continuare seriamente nella costruzione della nostra Repubblica secondo i principi costituzionali, non può che passare dall'educazione delle giovani generazioni alla democrazia, perché la formazione dell'uomo e del cittadino di domani deve continuare ad essere la prima finalità della scuola del presente e del futuro.

In questo senso non appaiono, purtroppo, sufficienti, anche dal punto di vista strettamente quantitativo, gli interventi attualmente previsti dalla normativa vigente (indicazioni nazionali, legge 107/15, legge 169/08 ecc...) per l'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Troppo spesso la disciplina tende, involontariamente, ad essere trascurata dai docenti cui è assegnata in "corresponsabilità" per fare spazio alle materie di loro specifica competenza.

D'altro canto le lodevoli iniziative di scuole particolarmente attente al tema della legalità e della democrazia non riescono a raggiungere quella necessaria capillarità su tutto il territorio nazionale che dovrebbe essere invece garantita.

Cittadinanza e Costituzione nelle scuole dell'obbligo: il disegno di legge

Il Parlamento è stato sollecitato da più parti all'approvazione di una specifica legge sulla materia e, probabilmente, non a caso, è stato finalmente portato in Commissione Istruzione e Beni culturali, lo scorso 24 ottobre (dopo oltre nove mesi dalla presentazione), un disegno di legge in materia di insegnamento di Costituzione e Cittadinanza che prevede quattro ore mensili obbligatorie nelle scuole dell'obbligo della suddetta disciplina, con votazione finale, da affidare a docenti adeguatamente formati, anche con specifici progetti finanziati dall'Unione Europea.

Primo firmatario della proposta, sostenuta anche da alcuni senatori del gruppo misto, è il senatore Molinari del Movimento 5 stelle. Il numero assegnato alla proposta è il 2256. Come per ogni altro disegno di legge, il sito openparlamento offre l'opportunità di monitorarne l'iter e di commentarlo, contribuendo a dare una spinta alla sua approvazione.

La proposta dell'ANIEF per le scuole superiori

Complementare alla proposta del Movimento cinque stelle e del Gruppo Misto è quella presentata dal sindacato ANIEF come emendamento al disegno di legge di bilancio attualmente in discussione in Parlamento. Secondo Marcello Pacifico, Presidente dell'Anief, la trasmissione dei valori della responsabilità, della legalità, della partecipazione e della solidarietà e il contrasto della violenza di tutti i generi, dell’intolleranza e della mancanza di rispetto verso l’altro da sé possono essere adeguatamente perseguiti solo introducendo in tutte le scuole secondarie di secondo grado uno specifico insegnamento da affidare a docenti abilitati in scienze giuridiche ed economiche.

La proposta del Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani

Una sintesi coerente con lo spirito delle proposte del Movimento 5 stelle e dell'Anief viene fatta dal Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani che, pur riconoscendo il ruolo di tutto il corpo docente nella promozione della legalità e nella formazione dei futuri cittadini, rivendica per i docenti di diritto un necessario ruolo di coordinamento. Per il suddetto Movimento occorre:

  • Introdurre una specifica disciplina curricolare in tutte le scuole, ed in particolare nelle scuole dell'obbligo, affidata a docenti di diritto;
  • Valorizzare la presenza dei docenti di potenziamento di discipline giuridiche economiche nelle scuole, già prevista dalla L. 107/15, senza snaturarne e mortificarne l'impiego per la mera sostituzione dei colleghi assenti
  • Riprendere, in questo senso, le iniziative già avviate dopo il 2015 di assegnazione di docenti di diritto nelle scuole dell'obbligo in coerenza con i piani triennali dell'offerta formativa

Per il movimento interventi di questo tipo consentirebbero altresì il rientro di molti docenti nelle loro realtà territoriali.

Gli impegni del Governo

La ministra Valeria Fedeli e l'on. Flavia Malpezzi responsabile del Dipartimento Scuola del PD condividono la necessità di “potenziare l’insegnamento dell’educazione civica o di cittadinanza e costituzione all’interno delle scuole”, ma rimangono convinte che debba trattarsi di un insegnamento trasversale. La Ministra, in particolare, ha annunciato che entro dicembre verrà implementato un percorso di apprendimento della Costituzione italiana, delle regole europee e delle convenzioni internazionali.

Considerato però che, come evidenziato dai docenti del coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani, le risorse umane, dopo il piano straordinario di assunzioni previsto dalla L.107/15 in buona parte già esistono, sono ancora molti i precari storici della disciplina da assorbire e moltissimi i giovani laureati in discipline giuridiche che vorrebbero entrare nel mondo della scuola, un serio intervento legislativo in questo ambito, oltre a permettere il raggiungimento degli obiettivi sopra descritti di promozione della legalità, dei valori democratici, della non violenza, del rispetto delle regole, della pace, del rispetto di se stessi, degli altri e dell'ambiente consentirebbe, con investimenti non insostenibili di:

  • Utilizzare i docenti di potenziamento delle discipline giuridiche ed economiche nel migliore dei modi
  • Assorbire il precariato storico
  • Creare nuove possibilità occupazionali in un settore ormai saturo come quello delle discipline giuridico economiche