Sabato prossimo nuovo e forse decisivo incontro sul tema previdenziale tra Governo e sindacati. Dopo il summit del 13 novembre, il Governo ha presentato una proposta ai sindacati che adesso sono tenuti a valutarla e se possibile, accettarla al fine di sottoscrivere l’intesa che porterà le misure proposte ad essere inserite nella Legge di Bilancio e ad entrare in vigore nel 2018. Più che misure nuove, la proposta contiene correttivi a quelle misure già esistenti e progetti di salvaguardia per determinate categorie di lavoratori sui quali pende il rischio che dal 2019 l’età pensionabile aumenti a 67 anni.

Sulla previdenza nostrana grava il sistema aspettativa di vita che in base all'aumento della vita media degli italiani fa aumentare i requisiti per le Pensioni allontanandole nel tempo. Oltre che l’età pensionabile, l’aumento della vita media degli italiani confermato dall'Istat qualche giorno fa, potrebbe intaccare anche gli attuali requisiti per la pensione anticipata, allungandoli di 5 mesi. Nel 2018 però, tutto resterà come oggi per quanto riguarda i requisiti per centrare la pensione anticipata. Ecco come andare in pensione con questo istituto nel 2018.

La pensione di anzianità

Parliamo della pensione anticipata, che poi sarebbe quella che ha sostituito la pensione di anzianità dal 2011, quando la Fornero con la sua riforma decise di ribattezzarla così.

La pensione di anzianità che si centrava senza limiti di età con 40 anni di contributi, adesso si chiama pensione anticipata e nel 2018 si centrerà con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Un ritocco a questa misura che come si vede, dal 2011 si è inasprita molto in termini di contributi da racimolare lo si è avuto nel 2017, con la scorsa Legge di Bilancio.

In pratica quanto previsto dalla Fornero, cioè la penalizzazione di assegno nell’ordine del 2% per ogni anno di pensione percepita prima dei 60 anni di età e quella dell’1% per ogni anno di anticipo tra i 60 ed i 62 anni è stata cancellata. Nel 2018 i lavoratori che avranno carriere tanto lunghe quanti sono gli anni di contributi prima citati, otterranno la pensione effettivamente spettante senza tagli.

Anticipata contributiva

Esiste una particolare forma di pensione che è chiamata anticipata contributiva, ma rispetto a quella ordinaria ha limiti anagrafici, cioè oltre che determinati periodi di contributi si deve centrare anche una determinata età. Bastano 20 anni di contributi versati ma con una età pari a 63 anni e 7 mesi e contestualmente, l’assegno previdenziale che si andrebbe a percepire non può essere inferiore a 2,8 la pensione minima stabilita annualmente dall'Inps. Questa via può essere presa solo da lavoratori che non hanno versamenti antecedenti il 1996 e che pertanto rientrano interamente nel sistema contributivo. Evidente che vista la poca quantità di contribuiti da racimolare e visto l’importo minimo che deve avere la pensione che andrà ad erogare l'Inps, siamo di fronte ad una misura appannaggio di lavoratori di un certo livello, con buste paga ricche e con pesanti contributi previdenziali tali da rispettare i vincoli prima citati.

Comparto scuola e precoci

Nessun accenno a correttivi su quota 41 che insieme all'Ape sociale risulta la grande novità previdenziale del 2017. Si tratta dello scivolo concesso per chi ha 41 anni di contributi versati dei quali uno prima del compimento del 19° anno di età anche se discontinuo. Si tratta però di una misura destinata a soggetti disabili, con invalidi a carico, disoccupati o alle prese con attività logoranti. Queste ultime sono 11 e sono state previste dalla scorsa Legge di Bilancio. La nuova manovra sembra indirizzarsi verso un allargamento di platea delle attività gravose che da 11 saliranno a 15 con siderurgici, agricoli, pescatori e stampatori a caldo che si aggiungeranno alle precedenti attività tra le quali maestre di asilo e infermieri delle sale operatorie.

Questo ad oggi è un allargamento destinato a detonare l’aumento della pensione di vecchiaia a 67 anni dal 2019, ma si sospetta che l’ampliamento dei lavori gravosi potrebbe riguardare anche la quota 41 ed i precoci. Una pensione anticipata particolare si applica nel settore scuola e non ci riferiamo ai requisiti di accesso che sono i medesimi della pensione anticipata ordinaria (42,10 per gli uomini e 41,10 per le donne).

La particolarità riguarda la decorrenza che segue l’anno scolastico e non quello solare. In pratica insegnanti, personale Ata, collaboratori scolastici e Dsga potranno lasciare il lavoro nel 2018 se centrano i 42,10 o 41,10 entro dicembre 2018. Per costoro la decorrenza della pensione è dal 1° settembre e bisogna presentare istanza di cessazione dal servizio entro gennaio 2018.