Il Governo Gentiloni e i sindacati non hanno trovato l'accordo sulla pensione anticipata e sulle Pensioni di vecchiaia in vista degli aumenti dell'età di uscita del 2019. Nonostante i sette punti sulle pensioni presentati qualche giorno fa dal Governo per rendere più soft l'uscita con i nuovi parametri di età e di contributi dei lavoratori che svolgono attività gravose, molti dubbi restano sul numero di quanti potrebbero beneficiare di queste misure per continuare ad andare in pensione di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi. Inoltre, la platea dei contribuenti che svolgono lavori gravosi è giudicata molto ristretta rispetto alle cifre stimate dal Governo.

Infine, secondo i sindacati, ben poco si è fatto per adeguare i requisiti anche delle pensioni anticipate che, dal 1° gennaio 2019, sono accessibili agli uomini con 43 anni e 3 mesi di contributi e alle donne con 42,3.

Pensioni 2017, ultime novità su lavori gravosi e uscita anticipata a quota 66,7

Il nodo più delicato per l'adeguamento dell'uscita per le pensioni anticipate e per la pensione di vecchiaia è rappresentato dai contribuenti che verrebbero esonerati dall'aumento dell'età a 67 anni dal 2019. Si tratta delle quindici categorie dei lavori gravosi, 11 delle quali importate dalla sperimentazione della pensione anticipata con Ape social e altre quattro aggiunte in questi ultimi giorni (operai siderurgici, braccianti agricoli, pescatori e marittimi).

La più importante novità nell'incontro di due giorni fa del Governo Gentiloni e dei sindacati è la possibilità che, rispetto alla pensione anticipata con Ape social, il numero di anni d contributi necessari per i lavori gravosi possa scendere da 36 a 30 (e gli ultimi 7 anni su 10 svolti nell'attività gravosa). Ma, a ben vedere, si tratta di uno sconto di contributi sulla pensione di vecchiaia che potrebbe non trovare utilità per i contribuenti.

Infatti, è vero che i lavoratori non subirebbero l'aumento dell'età della pensione a 67 anni, ma i requisiti attuali della stessa pensione prevedono 20 anni di contributi e non 30. Come dire, per non lavorare 5 mesi in più, occorrono 10 anni di contributi aggiuntivi. Uno sconto che, pertanto, potrebbe risultare irrilevante per quanti non hanno i 30 anni di contributi e che, comunque, dovrebbero lavorare fino a 67 anni.

Ultime notizie pensioni anticipate 2017 e adeguamento requisiti età uscita

E, tuttavia, i beneficiari che svolgono lavori gravosi e che non avrebbero l'aumento della pensione a 67 anni potrebbero essere davvero pochi. Infatti, al di là delle cifre diramate dal Governo Gentiloni negli ultimi giorni di una platea tra i 15 ed i 20 mila nuovi pensionati sommando i contribuenti delle categorie dei gravosi, i sindacati fanno notare che la platea potrebbe riguardare appena 5 mila contribuenti, il 10 per cento dei lavoratori che ogni anno escono con la pensione di vecchiaia. La verifica finale ci sarà sabato prossimo, 18 novembre 2017 e in quella occasione il sindacato avanzerà la propria proposta anche sulle pensioni anticipate.

Infatti, l'aumento di 5 mesi dal 2019 porterà il numero di anni di contibuti ad oltre 43, aumento che lo stesso sindacato ritiene eccessivo. Si lavorerà, dunque, per bloccare l'aumento dell'età sia sulle pensioni anticipate che su quelle di vecchiaia.