La questione dell'età pensionabile in Italia è ritornata di recente sotto i riflettori a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita certificata dall'ISTAT, fattore che ha avuto dirette ripercussioni sul requisito dell'età che, come noto, è stato innalzato rispetto a quanto precedentemente previsto.

Il problema coinvolge specialmente tutti coloro che prima di entrare nel mondo lavorativo hanno frequentato un corso di studio universitario, ritardando in tal modo il loro ingresso nel mercato del lavoro con conseguente ritardata maturazione della contribuzione previdenziale utile ai fini della pensione.

Per tale soggetti l'INPS ha previsto a suo tempo il riscatto degli anni di laurea, uno strumento attraverso il quale poter far rientrare gli anni universitari nel conteggio utile ai fini pensionistici.

Tale sistema è stato di recente oggetto di un'interessante modifica, resa pubblica dall'ente previdenziale mediante il messaggio n. 4488 del 10 novembre.

In cosa consiste il riscatto degli anni di laurea?

L'INPS fornisce la possibilità a tutti coloro che hanno conseguito la laurea di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi.

Possono essere oggetto del riscatto solo gli anni di corso regolare (non dunque i periodi d'iscrizione da fuori corso) e che non siano coperti da altra contribuzione obbligatoria o facoltativa.

Rientrano nell'ambito dei periodi riscattabili gli anni d'iscrizione per il conseguimento dei seguenti titoli:

  • i diplomi universitari;
  • i diplomi di laurea;
  • i diplomi di specializzazione conseguiti successivamente alla laurea e al termine di un corso;
  • i dottorati di ricerca;
  • le lauree triennali e le laurea specialistiche;
  • diplomi rilasciati dagli Istituti di Alta Formazione Artistica e Musicale.

Esso può essere richiesto sia da lavoratori che da soggetti inoccupati che, al momento della richiesta, risultino essere stati mai iscritti ad alcuna forma obbligatoria di previdenza.

Va specificato che il calcolo dell'onere da pagare all'Inps per il riscatto è diverso a seconda che ci si trovi nella prima o nella seconda casistica.

Sul calcolo dell'importo da pagare all'ente influiscono anche altri elementi:

  • numero degli anni da riscattare;
  • laurea conseguita prima o dopo il 01/01/1996, anno in cui si è passati dal sistema retributivo a quello contributivo.

Tutte le spiegazioni in merito sono fornite dall'INPS sul proprio sito istituzionale.

Novità sulle modalità di presentazione dell'istanza

Il meccanismo sopra esposto è stato oggetto di diverse proposte, tra cui quella di renderlo gratuito in certe situazioni di particolare merito.

L'INPS tuttavia, come specificato nel messaggio citato ad inizio articolo, ha "reingegnerizzato il servizio di presentazione telematica delle domande di riscatto di laurea nelle gestioni dei dipendenti privati, inclusa la gestione PALS"; ciò con lo scopo di rendere più semplice l'inoltro telematico delle istanze.

La novità più importante è che le domande di riscatto di laurea, da presentare per via telematica sulla pagina creata ad hoc sul sito dell'INPS, potranno includere anche più corsi di laurea, fattore che semplificherà la vita a molti ex studenti, in particolare a coloro che hanno conseguito prima la laurea triennale e poi quella specialistica.

L'INPS nel messaggio ricorda inoltre che il soggetto richiedente deve essere in possesso di un PIN di accesso di tipo dispositivo; in caso di PIN ordinario infatti sarà possibile solo inoltrare telematicamente i dati e non si avrà la possibilità di veder elaborata la propria pratica fino all'avvenuta trasformazione del PIN.