L'anno 2018, relativamente al tema delle Pensioni porta con sé varie novità, tra cui l'introduzione di un nuovo anticipo pensionistico rivolto alle donne lavoratrici, denominato come "Ape Rosa". Il Governo, per l'anno l'anno prossimo, avrebbe infatti deciso di porre la sua attenzione alle categorie femminili, tra le quali le lavoratrici a tempo pieno e le discontinue. Di seguito analizzeremo il suo funzionamento e i criteri/requisiti necessari per poter accedere a tale misura.

Pensioni 2018, come funziona l'Ape Rosa per le donne?

Iniziamo col precisare che l'Ape Rosa, o anche definita come Ape Rosa sociale, si presenta quale anticipo pensionistico, o meglio come misura erogata dallo Stato a favore di donne lavoratrici a tempo pieno o nei confronti di coloro che abbiano svolto un'attività lavorativa in maniera irregolare o discontinua.

Al fine di consentire l'uscita agevolata dal lavoro, l'Ape Rosa consente un abbassamento o una diminuzione degli anni contributivi pari a due o tre anni. L'uscita anticipa dal lavoro, si rivolge anche e soprattutto alle donne con un percorso professionale non caratterizzato da stabilità. Sarà riconosciuta ed erogata a chi avrà raggiunto un età anagrafica pari a 63 anni; l'assegno sarà erogato fino all'età in cui la lavoratrice raggiunge o matura la cosiddetta pensione di vecchiaia, ossia 66 anni e 7 mesi: valore indistintamente valido sia per uomini che per donne a partire dall'anno che verrà. Gli anni di contributi richiesti saranno 27 o 33 anni o ancora 28 o 34 nel caso in cui l'anticipo pensionistico si circoscriva a due anni.

La lavoratrice con almeno tre figli, potrà ottenere un anticipo pensionistico con 27 anni di contributi invece di 30. Per i lavori faticosi, invece, l'anticipo corrisponderà a 33 anni di contributi, invece di 36.

A chi si rivolge l'Ape Rosa?

Le lavoratrici aderenti all'Ape Rosa potranno, così beneficare di un abbassamento dei rispettivi anni contributivi, pari a 6 mesi per ogni figlio, appartenenti a determinate categorie:

  • invalide, ad un valore pari o superiore al 74%;
  • disoccupate per licenziamento o dimissioni per giusta causa;
  • caregiver, ossia assistenza al coniuge o parente di primo grado per handicap grave;
  • attività faticose;
  • attività rischiose.

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