La discussione sulla fase due della riforma Pensioni continua a surriscaldarsi in vista della mobilitazione nazionale della Cgil in programma il 2 dicembre. Se da una parte c'è il leader della Lega nord Matteo Salvini che si dice pronto a scendere in piazza con il sindacato rosso contro la legge Fornero, dall'altra parte il leader della Cgil, Susanna Camusso, replica ai leghisti. "Ci vuole coerenza", ha detto il segretario generale del sindacato rosso replicando al segretario leghista che pure si era detto pronto a scendere in piazza pure insieme alla Cgil.
Piazza che si sta affollando visto che hanno già annunciato la loro partecipazione i partiti di sinistra alternativi al Partito democratico di Matteo Renzi: Art. 1 - Movimento democratico e progressista; Possibile e Sinistra italiana. Ancora una volta è l'agenda sociale ad acuire lo scontro nella sinistra già molto frammentata.
Pensioni, Camusso vs Salvini: legge Fornero figlia del ministro leghista
"La riforma Fornero - ha detto oggi la Camusso rispondendo a Salvini secondo quanto riporta l'agenzia Dire - è in gran parte effetto della precedente legge Maroni". A proposito del nuovo emendamento alla legge di Bilancio 2018 presentato ieri dell'esecutivo in materia previdenziale dopo il confronto con i sindacati "stiamo provando - ha detto il leader della Cgil - a decifrarlo".
Ancora non sarebbero chiare le risorse economiche che saranno stanziate. "Speriamo di valutare le risorse - ha sottolineato Susanna Camusso - e le dimensioni indicate". In ogni caso il sindacato rosso andrà avanti con la mobilitazione, appuntamento in piazza già fissato il 2 dicembre.
Il 2 dicembre prossimo la mobilitazione nazionale promossa dalla Cgil
"Comunque - ha specificato infatti il dirigente sindacale - il nostro giudizio non cambia". In merito alla platea di beneficiari dello stop all'innalzamento dell'età pensionabile "con i paletti introdotti - ha spiegato oggi la Camusso a margine dei 70 anni della Confapi - la platea si restringe".
A proposito, invece, della discussione in Parlamento "sono possibili - secondo il leader della Cgil - modifiche all'emendamento". Pure la proposta di bloccare l'adeguamento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale per tutti i lavoratori e non solo per quelli impegnati in 15 categorie ritenute gravose "continua ad esserci". Queste le ultime dichiarazioni del leader della Cgil a proposito delle novità in arrivo dal governo sulla riforma pensioni, misure insufficienti secondo il sindacato rosso pronto a scendere in piazza il 2 dicembre per sollecitare modifiche alla legge di Bilancio 2018 in Parlamento.