Non viene tenuta nemmeno in considerazione di far slittare a dopo le elezioni politiche per il 2018 il varo della fase due della riforma Pensioni. L'esecutivo presieduto dal premier Paolo Gentiloni spera di raggiungere l'intesa con le organizzazioni sindacali sulla questione previdenziale domani, quando è in programma il nuovo incontro fra le parti. Non viene esclusa a Palazzo Chigi l'ipotesi che a margine del tavolo di confronto si possa solo giungere a un comunicato condiviso solo con la Uil di Carmelo Barbagallo e la Cisl di Annamaria Furlan e non con la Cgil di Susanna Camusso che ha assunto posizioni più nette rispetto agli altri due sindacati proponendo di fatto la mobilitazione nazionale e minacciando lo sciopero generale.

Comunque vada, quello di domani sarà l'incontro decisivo, nel senso che non ci saranno altri incontro e che quindi a conclusione della riunione domani verrà assunta una decisione.

Pensioni: la Cgil pronta alla mobilitazione, l'appello del premier

Al momento, anche alla luce delle dichiarazioni di oggi, è da escludere che in extremis possa arrivare il via libera del sindacato rosso al pacchetto di misure previdenziali proposto ai sindacati dal Governo Gentiloni. Il leader della Cgil Susanna Camusso ha detto di non essere ottimista alla vigilia del nuovo incontro con l'esecutivo. Il sospetto è che il sindacato rosso intenda seguire la linea politica di Articolo 1 - Mdp guidato da Roberto Speranza che proprio ieri ha annunciato di condividere le iniziative della Cgil per sollecitare modifiche alla legge Fornero.

Un problema politico il no della Cgil all'accordo con il governo lo crea comunque anche al Partito democratico di Matteo Renzi. Anche perché, come fa notare l'Agi, Campo progressista, il nuovo movimento politico di Giuliano Pisapia, è al lavoro per allearsi con il Partito democratico. E in questo momento, l'ultimo degli interessi del Campo progressista è quello di una grande mobilitazione nazionale organizzata da un fronte a sinistra.

Anche perché il tema della riforma pensioni è molto sentito proprio nell'ambiente di sinistra. Da segnalare l'impegno anche di Sinistra italiana e Possibile di Stefano Fassina e Pippo Civati che hanno già presentato diversi emendamenti su età pensionabile, Quota 41 e Opzione donna.

La previdenza apre scontri, polemiche e nuovi scenari a sinistra

Mentre cerca di allearsi con il Pd, il partito di maggioranza relativa a sostegno del Governo Gentiloni, Pisapia non può scendere in piazza con la Cgil. Sarebbe un controsenso. Ma "così rischiamo - ha spiegato all'Agi un esponente vicino a Pisapia - di restare fuori e di pagarlo in termini elettorali". Secondo quanto si apprende, Pisapia, in materia previdenziale, punta a trovare una soluzione o comunque spera che la questione dell'aumento automatico dell'età pensionabile venga discussa nella prossima legislatura. L'esecutivo comunque ha già assicurato che quindici categorie di lavoratori impegnati in mansioni usuranti saranno esentate dall'aumento dei requisiti anagrafici per l'accesso al trattamento previdenziale.

Ma pure il Partito democratico sollecita all'esecutivo di fare un passo avanti per allargare ulteriormente la platea dei beneficiari. "I sindacati - è l'appello del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni - condividano lo sforzo del governo". A Palazzo Chigi, però, viene comunque evidenziato come alla fine sarà il Parlamento ad assumere la decisione finale sulla fase due della riforma pensioni.