Non sarà facile trovare l'intesa sulla fase due della riforma Pensioni, nella migliore delle ipotesi raggiungere un accordo tra governo e sindacati non sarà per niente semplice. La Cgil di Susanna Camusso ha già fatto sapere che non sottoscriverà l'intesa se non arriveranno significative novità su donne e giovani. Il sindacato rosso chiede un sistema previdenziale più equo e flessibile. Le proposte che l'esecutivo ha sinora avanzato, invece, metterebbero "una pietra tombale - ha detto il segretario generale della Cgil - sull'idea di cambiare un sistema che non è equo".

Pensioni, domani 21 novembre incontro tra esecutivo e parti sociale

Se fino a questo punto le organizzazioni sindacali si sono presentate unite nel confronto con il Governo Gentiloni, stavolta le posizioni sono differenti, sembra in qualche modo rompersi il fronte unito di Cgil, Cisl e Uil. Il nuovo incontro è atteso per domani, martedì 21 novembre. Di "risultati importanti" finora raggiunti ha parlato il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, che ritiene sbagliato il comportamento assunto invece dal sindacato rosso. Mediana la posizione della Uil guidata da Carmelo Barbagallo che continua ad auspicare misure importanti per giovani e donne e spera che non si rompa il fronte unitario dei sindacati, che finora si sono presentati con una piattaforma unica.

Più che complicata e difficile dunque la partita sulla fase due della riforma pensioni, una partita che si gioca contemporaneamente su fronti diversi che inevitabilmente sono legati fra loro. Da una parte c'è la questione tecnica legata alle risorse economiche e finanziarie che l'esecutivo può stanziare, risorse che notoriamente sono molto limitare e che in ogni caso, pare, di capire, non potranno superare i 300milioni di euro già garantiti dal premier Paolo Gentiloni.

Intesa difficile da raggiungere, la Cgil pronta alla mobilitazione generale

Ed è chiaro dunque che se il governo non troverà le risorse tra le maglie del disegno di legge di Bilancio 2018 difficilmente domani si potrà presentare con significative novità al tavolo di confronto sulla riforma pensioni con le parti sociali. Ma anche sul versante politico ci sono problemi, visto che in partiti sono già nel pino della campagna elettorale per le politiche del 2018 ed evidentemente sono ormai schierati.

Dalla Lega di Matteo Salvini prona a scendere in piazza per modificare la legge Fornero insieme alla Cgil, ad Articolo 1 - Movimento democratico e progressista guidato da Roberto Speranza che boccia la proposta dell'esecutivo ritenendola insufficiente e assicura di battersi per cambiare la riforma pensioni varata nel 2011 dal Governo Monti con il sostegno della maggioranza di larghe intese. Nel frattempo il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, continua a promettere l'aumento delle pensioni minime, tema molto caro anche al Movimento 5 stelle che per recuperare parte delle risorse utili a finanziare il reddito di cittadinanza propongono la riduzione delle pensioni d'oro.