Ancora tutta da verificare l'efficacia della fase uno della riforma Pensioni mentre cresce in attesa per il confronto sulla fase due tra esecutivo e parti sociali che tornano riunirsi domani 18 novembre. Prosegue molto lentamente l'esame delle istanze per l'accesso al pensionamento con le formule dell'Ape sociale e della Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci, misure che, insieme all'Anticipo pensionistico volontario, rappresentano i principali punti della riforma pensioni targata Renzi-Poletti che contempla anche altre misure: dal cumulo gratuito dei contributi previdenziali all'estensione della platea dei beneficiari della no tax area pensionati, per citarne alcune.

Pensioni, più di 46mila le domande respinte per Ape sociale e Quota 41

"Manca una manciata di giorni - ha ricordato la presidente dell'Inca Morena Piccinini - all'ultima scadenza del 30 novembre per l'invio delle domande di indennità Ape sociale, mentre procede a rilento - ha aggiunto la rappresentante del patronato della Cgil - il riesame di quelle respinte, già presentate entro 15 luglio". Secondo i dati diffusi nelle scorse settimane dall'Inps presieduto da Tito Boeri, sono quasi 46.000 le domande respinte (e ora in fase di riesame) su oltre 65.000 istanze di pensionamento presentate. "Non sappiamo - ha aggiunto la Piccinini in un intervento su 'Esperienze', il periodico patronato del sindacato rosso - di chi sia la responsabilità, né - ha aggiunto - ci interessa individuare un colpevole".

Il patronato Cgil chiede all'Inps di procedere in fretta con riesame istanze

Tuttavia, è la richiesta del patronato, occorre correre ai ripari procedendo rapidamente nell'esame delle domande. "Resta il fatto - ha evidenziato la dirigente sindacale - che di tempo ce ne è davvero poco". E' questa una delle vicenda sui cui i sindacati incalzano il Governo Gentiloni che domani, nel corso del nuovo incontro con i leader di Cgil, Cisl e Uil, dovrebbe dare le tanto attese risposte sulla fase due della riforma pensioni.

Risposte che potrebbero rivelarsi positive per alcune categorie di lavoratori e negative per altre. Non resta che aspettare domani per capire che fine faranno le promesse annunciate in materia previdenziale prima dal Governo Renzi e poi dal Governo Gentiloni.

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