Anche in Toscana numeri alla mano, molte Pensioni sono pagate con importi sbagliati e a discapito dei pensionati. Un problema che riguarda tutto il territorio nazionale e per il quale la Cgil ha avviato da tempo una campagna di sensibilizzazione verso i pensionati a cui viene suggerito di adoperarsi per ottenere quanto spettante. La notizia relativa alla Toscana è stata data dal quotidiano “La Nazione” e sembra che solo a Firenze per 871 pensionati è stato possibile recuperare la bellezza di 597.000 euro. Ma perché l’Inps non eroga le giuste pensioni e cosa si può fare?
Ecco una guida dettagliata per risolvere la situazione.
L’azione di Spi-Cgil
Come riporta l’articolo del quotidiano di Firenze, oltre il 25% delle pensioni risulta con importi errati e con soldi mancanti per i pensionati. Questo nel territorio di Firenze, ma è evidente che sia un problema che presenta le stesse negative percentuali in tutto lo stivale. Pensioni quindi che vanno ricalcolate e riviste andando ad operare le verifiche telematiche sulla busta paga del pensionato, il cosiddetto modello “Obis M”. Un modello questo che da 3 anni non viene più recapitato a casa dei pensionati perché diventato digitale. In pratica, il documento dal quale i pensionati possono verificare tutte le voci, sia passive che attive che vanno a comporre l’importo totale delle pensioni incassate è visionabile solo tramite il portale Inps ed i servizi al cittadino, con password, credenziali e Pin.
La Spi-Cgil insieme all’Inca offre per i propri tesserati il download del modello in maniera gratuita proprio per andare a controllare la pensione in funzione di questa problematica dei soldi mancanti. Le pensioni che secondo i numeri in possesso del sindacato sono quelle più vessate risultano le minime, quelle al di sotto dei 1.000 euro al mese che dovrebbero godere delle prestazioni aggiuntive tipiche delle pensioni basse.
Problemi riscontrati
Nella maggior parte dei casi a cui la Cgil è intervenuta, il problema riguardava mancate erogazioni delle quattordicesime. Altri problemi riscontrati sono le maggiorazioni spettanti alle pensioni di invalidità civile, l’assenza di assegni per il nucleo famigliare, i supplementi di pensione per quelle di reversibilità, le maggiorazioni sociali, e le integrazioni al trattamento minimo.
Si tratta dei cosiddetti diritti inespressi, prestazioni aggiuntive sulle pensioni che l’Inps non eroga automaticamente bensì su espressa richiesta del pensionato. La Legge offre tramite la domanda di ricostituzione di pensione e la consegna annuale del modello Red dell’Inps di correggere la situazione e di rettificare la pensione futura aumentandola di quanto mancante. Inoltre è possibile andare a recuperare le somme non percepite negli anni passati, fino ad un massimo di 5 anni indietro che è il periodo legale di prescrizione dei crediti vantati nei confronti dell’Inps. In Toscana sembra che la cifra massima recuperata da un pensionato singolo sia stata di poco inferiore ai 7.000 euro. Il mancato adeguamento della pensione ai nuovi redditi dopo la cessazione della sua attività lavorativa ha prodotto un malus di circa 6.500 euro che adesso è stato recuperato.
Cifre considerevoli e non si tratta di casi limite perché basti pensare che in 5 anni, ad un pensionato che percepisce la pensione minima, solo la maggiorazione sociale nel caso non venisse erogata, varrebbe intorno a 1.000 euro all’anno.