Gli italiani andranno in pensione a 71 anni. E’ ancora un tema caldo l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, che vedrà gli italiani andare in pensione a 67 anni a partire dal 2019 , che ecco arrivare un documento dell’ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico alla quale aderiscono 35 Paesi, tra cui l’Italia, secondo il quale i giovani italiani che si affacciano ora al mondo del lavoro potranno andare in pensione solo a 71 anni.

Ocse: in Italia, giovani in pensione a 71 anni

Il rapporto pubblicato dall’Ocse sullo stato delle Pensioni dei 35 Paesi membri evidenzia che, tra questi, solo Italia, Danimarca, Finlandia, Olanda Portogallo e Slovacchia hanno introdotto nel loro sistema pensionistico l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita.

Per effetto di questo meccanismo, un giovane ventenne italiano che ha cominciato a lavorare nel 2016 andrà in pensione a 71 anni. C’è da dire che il nostro non è comunque il Paese che sta peggio, visto che i giovani della Danimarca potranno andare in pensione solo a 74 anni, ma in tutti gli altri Stati membri, secondo le proiezioni Ocse, i lavoratori potranno ritirarsi prima.

La situazione dei giovani italiani è ancora più preoccupante in considerazione dell’elevato tasso di disoccupazione per il quale non sono molti coloro che riescono ad entrare nel mondo del lavoro a 20 anni, e anche chi ci riesce, difficilmente avrà un percorso continuo di contribuzione.

Il risultato, stando le condizioni attuali, sarà che i ragazzi che si affacciano ora al mondo del lavoro, non solo andranno in pensione ad un’età decisamente avanzata, ma molto probabilmente anche con un assegno piuttosto misero.

Pensione effettiva è di 63 anni. Le raccomandazioni al governo italiano

L’analisi dell’Ocse evidenzia anche che, attualmente, in Italia la pensione effettiva viene raggiunta prima dei 63 anni, con un divario di 4,4 anni in meno rispetto all’età della pensione di anzianità, il che fa della nostra amministrazione quella più esposta nella spesa previdenziale: il 16,3% del pil.

Solo la Grecia fa peggio, con il 17,4%.

Si tratta dello ‘spread’ più alto in Europa che fa dire ai ricercatori Ocse che ‘l’Italia deve limitare la spesa pensionistica nel breve e medio termine’ per poter garantire assegni adeguati ai futuri pensionati e per fare questo sarà necessario concentrarsi sulla creazione di nuova occupazione.

Il rapporto Ocse evidenzia anche che tra i pensionati italiani di età compresa tra 60 e 69 anni, solo il 10% svolge ancora un’attività lavorativa part time, mentre la percentuale in Europa è del 50%, segno che un altro aspetto sul quale i prossimi governi dovranno lavorare sarà quello dell’introduzione di norme per la flessibilità, per permettere un’uscita graduale dal mondo del lavoro.