"Per insegnare non basta la laurea o aver vinto un concorso": è quanto ha sostenuto la scorsa estate il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli, affermazione che ha alimentato l'indignazione dei precari della Scuola e che ha spinto la nota trasmissione televisiva Le Iene a chiedere delucidazioni allo stesso ministro, che già in passato era stato al centro del mirino mediatico per la dichiarazione dei propri titoli di studio. Eppure le parole della Fedeli si sono concretizzate: per accedere all'insegnamento non basteranno più una laurea e un concorso ma si dovrà completare un percorso di formazione triennale, il FIT, al termine del quale gli aspiranti otterranno la tanto agognata immissione in ruolo.
Esami utili per l'insegnamento
L'accesso al FIT è tuttavia subordinato all'acquisizione di 24 CFU nelle discipline antro-psico-pedagogiche che, nello specifico, devono riguardare almeno tre dei quattro settori scientifico-disciplinari stabiliti del Ministero, vale a dire: Pedagogia, pedagogia speciale e didattica dell’inclusione; Psicologia; Antropologia; Metodologie e tecnologie didattiche.
Un'acquisizione che, tuttavia, non è esente da costi in quanto, nonostante le numerose richieste dei sindacati, il Miur ha fatto sapere che l'acquisizione dei 24 cfu non potrà essere gratuita per tutti: mentre per chi è iscritto ai corsi di laurea triennali e magistrali sarà possibile richiedere un'integrazione al proprio piano di studi al fine di conseguire i crediti mancanti senza alcuna spesa ulteriore, per i laureati e neolaureati tale acquisizione dovrà necessariamente essere subordinata a una tassazione universitaria che però il MIUR ha fissato a un tetto massimo di 500 €.
Nelle ultime settimane le università statali e telematiche si stanno muovendo per offrire agli interessati le proprie proposte per l'acquisizione dei 24 CFU indispensabili per l'insegnamento; dal 4 dicembre 2017 e fino al 22 dicembre sarà possibile iscriversi ai corsi predisposti dall'Università degli Studi di Napoli Federico II, procedura da eseguirsi esclusivamente online attraverso il canale Segrepass.
Aperte le iscrizioni presso l'Università di Napoli Federico II
L'Università di Napoli ha previsto un percorso articolato in quattro esami da 6 CFU ciascuno. Sarà possibile scegliere gli esami idonei al proprio percorso di studi e alla propria precedente formazione per poterli poi sostenere a partire dal 2018. La stessa Università ha fatto sapere che la frequenza dei corsi non sarà obbligatoria, in regola con le ultime direttive emanate dal MIUR.
Per gli aspiranti con ISEE inferiore o uguale a 13mila euro il contributo variabile da versarsi per l'iscrizione a ogni corso da 6 CFU è azzerato, e l'unica spesa consisterà in un contributo fisso di iscrizione di 76 €. Tale agevolazione riguarderà anche gli iscritti ai corsi di dottorato, alle scuole di specializzazione e ai master dell'Università di Napoli Federico II. Tutti gli altri, invece, oltre al contributo fisso verseranno un contributo variabile in relazione al proprio reddito ISEE. Tale contributo non potrà comunque superare i 90 € per ogni esame.
Gli studenti con disabilità o con invalidità superiore al 66% sono invece esonerati dal pagamento di qualsiasi onere amministrativo.