Erano circa 8 anni che i lavoratori assunti con contratti statali non vedevano aumenti al proprio stipendio di base. Finalmente, l'accordo è stato firmato e per i prossimi anni la busta paga potrà aumentare sulla base di particolari indicazioni pattuite dall'aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche) in collaborazione con le rappresentazioni sindacali di Cisl, Cigl e Uil e la Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori). Dal lungo confronto, è stato dunque deciso che a partire dal prossimo anno, tutti i lavoratori con contratto statale vedranno accreditati sulla busta paga i tanto attesi scatti sulla retribuzione.

Intesa raggiunta sui contratti statali

Dopo una contrattazione lunga tutta la notte, l'Aran, in qualità di rappresentate dei lavoratori della Pubblica Amministrazione, ha giunto l'intesa con le tre rappresentazioni sindacali più influenti (Cigl, Cisl,e Uil) e con la Confsal. Al contrario, Usb, Cgs e Cisa hanno deciso di astenersi dalla firma. Così alle ore 3:56 della mattina di sabato 23 Dicembre 2017 si è andato a firmare l'accordo che finalmente sbloccherà i contratti statali per i prossimi anni: è stata la ministra Marianna Madia ad annunciare sul proprio profilo social il raggiungimento dell'intesa. Il nuovo contratto della Pubblica Amministrazione, relativa al triennio 2016-2018, prevederà aumenti diversificati sulla base della situazione del singolo lavoratore dipendente.

Aumenti sugli stipendi dei contratti statali: da 63 a 117 euro

Il primo passo le rappresentazioni sindacali e l'Aran hanno fatto è stato quello di modificare i contratti statali di coloro i quali lavorano nei ministeri, nelle agenzie e negli enti pubblici non economici. Il campo di applicazione comprende dunque più di 250 mila lavoratori ai quali è stato esteso il diritto ad ottenere lo scatto sulla retribuzione e non solo: vi è anche il riconoscimento dei diritti accessori rispetto al lavoro, come ad esempio l’espletamento di visite, terapie ed esami diagnostici.

In linea generale, dunque, l'accordo prevede una forbice di aumenti sugli stipendi che va dai 63 ai 117 mensili lordi, che cominceranno ad essere corrisposti a partire dalla mensilità di marzo 2018: si parla pertanto di un incremento medio pari a 85 euro. Assieme a questa grande conquista, che finalmente ha sbloccato i contratti statali, bisogna considerare anche l'incremento previsto per gli stipendi più bassi, il quale oscilla tra i 21 e i 25 euro ed viene corrisposto per dieci mensilità. ''Un risultato storico. Un contratto che da più diritti e archivia la legge Brunetta'', ha affermato Serena Sorrentino, segretaria della Fp Cgil in seguito alla lunga riunione tenutasi questa notte.