Si amplia la platea degli aventi diritto
La Commissione Bilancio del Senato ha approvato la proposta contenuta nel pacchetto che il Governo ha approntato insieme ai sindacati CISL e UIL nella riunione del 21 novembre scorso. L’accordo estende la platea dei lavoratori impegnati in attività definite “gravose” che potranno beneficiare dell’anticipo pensionistico, il nuovo strumento pensionistico definito “Ape Social” è stato previsto come strumento previdenziale a carattere sperimentale dalla legge di bilancio 2017, decorre dal 01/05/2017 e termina il 31/12/2018 salvo eventuali proroghe.
Alle 11 attività “gravose” già individuate precedentemente e cioè quelle in cui sono impegnati i seguenti lavoratori:
- addetti alla concia di pelli e pellicce
- addetti a servizi di pulizia
- facchini e addetti allo spostamento di merci
- autisti di camion e mezzi pesanti in genere
- conducenti di treni e personale viaggiante in genere
- conducenti di macchinari per la perforazione nelle costruzioni, addetti alle gru
- ostetriche ed infermieri operanti su lavoro a turnazione
- maestre/i di asilo nido e di scuola dell’infanzia
- operai edili e addetti alla manutenzione degli edifici
- operatori ecologici o addetti alla raccolta o separazione dei rifiuti
- assistenti di professione per persone non autosufficienti
si aggiungono le seguenti categorie di lavoratori:
- addetti al settore marittimo
- braccianti
- addetti al settore della pesca
- addetti al settore siderurgico
A tutti questi soggetti vengono aggiunti i lavoratori precoci disoccupati che da almeno 3 mesi non ricevono sussidi derivanti da ammortizzatori sociali di alcune genere, gli invalidi al 74% ed i caregiver familiari (persone che assistono familiari, parenti, affini ai sensi della legge 104/1992 art.33 c.3 o che assistono familiari titolari di indennità di accompagnamento come previsto dalla legge 18 del 1980) che da almeno 6 mesi seguono un parente di primo grado disabile.
Requisiti richiesti:
coloro che faranno richiesta di “Ape Social” dovranno comunque avere anche gli altri requisiti previsti dalla legge istitutiva ed inoltre dovranno aver svolto le attività sopraelencate per almeno 6 anni.
L’emendamento proposto riguarda quasi 20.000 unità lavorative a partire dal 2018 e per gli anni a seguire.
Per quanto riguarda i costi la modifica ha un costo per il bilancio dello Stato di 100 milioni di euro per l’anno 2019, che diventeranno 300 milioni di euro a pieno regime.
Il testo del provvedimento passa ora all’esame della Camera dei Deputati.