È senza ombra di dubbio l'argomento che suscita maggiori polemiche e discussioni quello della riforma Pensioni 2017, in particolar modo a causa della pensione anticipata tramite Ape Social e Quota 41 per i precoci (qui le ultime novità a riguardo), entrambi nuovi strumenti di cui da poco si può fare domanda. In pochissimi giorni, infatti, le richieste di accesso alle due prestazioni sono state moltissime, ma molte di queste, quasi la metà, rischiano di essere rinviate in particolare a causa delle risorse stanziate che evidentemente non sono sufficienti per coprire tutte le domande.
Riforma pensioni: boom di domande
A meno di incrementi delle risorse a disposizione, dunque, la metà dei lavoratori che hanno fatto domanda per Ape social o per Quota 41 per ottenere il pensionamento anticipato rimarranno a secco. A pochissimi giorni dall'avvio delle operazioni per presentare domanda, sono ben 11.363 quelle contate fino a questo momento da parte dell'Inps. Un vero e proprio boom di richieste che, se si dovesse confermare questo trend, potrebbe arrivare ad un numero da capogiro vicino alle 120 mila domande, un numero neanche immaginabile fino a qualche mese fa.
La soddisfazione di Matteo Renzi
E di ciò non può che essere contento Matteo Renzi, che ha subito espresso la sua gioia per questi numeri: la misura voluta con forza nei MilleGiorni funziona e dopo poco tempo sono oltre 10 mila le richieste.
E, proprio a riguardo, Renzi si è detto fiducioso e convinto che lo stesso successo lo avrà l'Ape volontaria, ancora in attesa di essere avviato a causa dei soliti ritardi. In testa alla classifica delle regioni col maggior numero di richieste per Ape social o per Quota 41 dei lavoratori precoci ci sono la Lombardia, che si è messa alle spalle Veneto, Sicilia, Lazio, Toscana, Emilia Romagna e Piemonte.
Risorse forse insufficienti
Il problema è che il tetto che era stato fissato dal Governo era di 60 mila domande da soddisfare. Di conseguenza, le risorse a disposizione, di 300 milioni di euro, servono per coprire un numero di istanze che con tutta probabilità corrisponderà soltanto a metà delle domande effettive. Va da sé che coloro i quali resteranno fuori dovranno mettersi "in attesa" nella graduatoria che l'Inps preparerà entro il 15 ottobre.
Molti, quindi, potrebbero essere rimandati al 2018. Insomma, una situazione tutta da seguire e che siamo certi susciterà ancora molte polemiche e discussioni. Per rimanere sempre aggiornati sull'argomento della riforma pensioni 2017 è consigliabile cliccare il tasto "Segui" presente accanto al nome dell'autore di questo articolo.