Negli ultimi giorni uno degli argomenti più popolari su Facebook, e non solo, è stato ‘#noisiamopronti’, la campagna social degli infermieri per il riconoscimento economico e contrattuale delle competenze specialistiche. E ancora più in profondità per poter agire la cura assistenziale più coerente ai loro ‘utenti’, i malati a cui per primi devono dimostrare le vere competenze; in pratica l’evoluzione della professione. Ma un processo che per diversi motivi, non ultimo il grave ritardo degli stessi infermieri nell’affrontare il tema, difficilmente si potrà compiere senza un cambiamento dell’intero ‘sistema’ Sanità.
Sulla pagina social del movimento le adesioni crescono di giorno in giorno. E in meno di una settimana Noisiamopronti ha raccolto circa 55mila firme certificate e le ha consegnate con la relativa istanza scritta all’Aran (Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e alle sigle sindacali.
Cosa chiede Noisiamopronti
Si legge nella richiesta: “Gli infermieri hanno la consapevolezza di aver dato un alto supporto autonomo e collaborativo a tutte le professioni sanitarie, medici in primis”. La stessa nota prosegue sottolineando come l’infermiere sia “uno dei pilastri dell’intero sistema salute del Paese”. E pertanto in conclusione chiede il “riconoscimento formale, funzionale ed economico delle competenze esperte e specialistiche”.
Ma cos’è Noisiamopronti?
Noisiamopronti è una associazione di persone, senza rappresentatività alcuna tanto meno sindacale, motivo per cui non potrà essere al tavolo delle trattative che riguardano il personale del Servizio sanitario nazionale. Inoltre, alcune delle sigle sindacali hanno da subito dichiarato il proprio ostracismo verso l’iniziativa, ritenendola inutile in quanto priva di rappresentatività.
E non sono nemmeno i soli detrattori del movimento, molti sono infatti convinti in una strumentalizzazione da parte di qualcuno allo scopo di raggiungere alti traguardi ‘politico-sanitari’. Forse i soliti maligni, ma in senso generale, e in alcuni casi anche nello specifico della sanità, un pericolo sempre concreto in Italia, particolarmente in prossimità delle elezione politiche.
Dove e perché nasce il movimento?
Noisiamopronti nasce nell’autunno del 2015 in seguito alla nota questione dei protocolli infermieristici del 118 di Bologna e la denuncia da parte del relativo Ordine dei Medici contro propri iscritti per l'attività degli infermieri svolta in violazione del codice deontologico medico. Da queste diatriba sono stati organizzati i primi ‘noisiamoprontiday’, e nell’ultimo, svoltosi a Napoli, l’associazione si è data una struttura ben precisa eleggendo un organismo Direttivo guidato da Antonio Torella. Gli infermieri si mobilitano quindi in rete e lanciano il flash mob.
La ri-evoluzione della Professione
Il fulcro del pensiero di Noisiamopronti è racchiuso nel testo di presentazione del sito, che evidenzia le due grandi questioni da risolvere: “Il richiamo, forte, per certi versi doloroso, sul demansionamento infermieristico e il richiamo altrettanto forte sullo sviluppo delle competenze specialistiche”.
Che sono prassi nel resto dell’Occidente e attraverso le quali rispondere, appunto, ai bisogni del cittadino.
Chi ha aderito all’iniziativa non si ferma quindi alla nuda e cruda rivendicazione salariale, ma agli aspetti professionali di una figura in Italia sottovalutata e da anni trattata male, sia in termini professionali che economici.
https://t.co/3jZtxyjvbM
— Fabio Nedrotti (@FabioNedrotti) 20 gennaio 2018
Un contratto nazionale povero e inaccettabile per gli #infermieri italiani: NurSind #Piemonte pronto a mobilitarsi #Sanità #VCO via @ossolanews pic.twitter.com/Gczz8SluHM