Che la naspi, il nuovo ed unico indennizzo a copertura dello stato di disoccupazione che eroga l’Inps, sia altamente negativo per i lavoratori stagionali è un dato di fatto. Problemi di natura normativa perché le regole su cui si basa il calcolo dell’indennità sono già di per sé penalizzanti per i lavoratori. La dimostrazione dell’evidente problema che accompagna la Naspi agli stagionali fin dal suo ingresso nell’ordinamento è che i vari Governi hanno sempre messo mano su questa situazione con interventi correttivi sempre estemporanei e mai strutturali.
La Naspi così com’è oggi non riesce a garantire a questi lavoratori un reddito dignitoso per il periodo in cui non sono al lavoro e non riesce nemmeno a coprire tutti i mesi in cui le attività dove prestano servizio sono chiuse per motivi oggettivi e di clima. A queste problematiche si aggiunge un’altra beffa che molti disoccupati hanno trovato nell’erogazione della Naspi di dicembre.
Pochi mesi di sussidio
Il problema principale che si manifesta quando si parla di Naspi ai lavoratori stagionali è la durata dell’indennizzo. Il sussidio viene erogato per la metà delle settimane lavorate nei 4 anni precedenti quello in cui si rimane senza lavoro. Questo escludendo dal computo i periodi che sono stati utilizzati dai lavoratori per altri sussidi negli anni precedenti, quindi Aspi, Mini Aspi e Requisiti Ridotti.
In definitiva un sussidio che viene erogato per la metà delle settimane lavorate durante la stagione estiva appena trascorsa, se è vero che la quasi totalità dei lavoratori delle strutture alberghiere, turistiche e termali utilizzano i sussidi per disoccupati con cadenza annuale. Avere avuto la fortuna di un impiego per 6 mesi questa estate dà solo 3 mesi di disoccupazione lasciando scoperti altri 3 mesi a questi soggetti che contano sulla Naspi per avere reddito durante i mesi invernali.
A questo si deve aggiungere l’importo della Naspi che viene erogato sempre sulla media delle retribuzioni del quadriennio precedente, ma che a partire dal 4° mese di fruizione, si abbassa in maniera costante del 3% al mese.
La beffa di dicembre
Ai problemi strettamente connessi all’apparato normativo della Naspi, per questi lavoratori è arrivata un’altra sorpresa con la disoccupazione incassata a dicembre.
Innanzitutto l’assegno è arrivato in ritardo con le proteste dei lavoratori che hanno trovato risposta in una nota dell’Inps che adduceva ai conguagli fiscali di fine anno del Ministero dell’Economia, la causa dei ritardi. Proprio i conguagli fiscali, come riporta un recente articolo di positanonews.it sono la causa di un evidente taglio di assegno che molti lavoratori si sono trovati. In barba alle già evidenti problematiche reddituali di soggetti che si trovano senza lavoro, molte volte senza Naspi per diversi mesi e con redditi evidentemente bassi, si è deciso di recuperare i conguagli fiscali del biennio 2016-2017 proprio sulla Naspi che l’Inps pagava ai lavoratori per il mese di dicembre. Trattenute relative all’Irpef, alle addizionali comunali e regionali per il saldo 2016 nonché agli acconti 2017.