Anno nuovo e finalmente applicazione delle riforme che dovrebbero riequilibrare la situazione precaria di tanti, in attesa dell'anticipo pensionistico, l'APE, sia quella volontaria che quella con costi a carico dello Stato.
Il condizionale è d'obbligo
A gennaio dovrebbero poter smettere di lavorare coloro che andranno in pensione con l'ape volontaria, non appena ci sarà la firma delle convenzioni con banche e assicurazioni. L'APE volontaria, permette di andare in pensione a 63 anni, cioè in anticipo sull'età stabilita, usufruendo di un prestito che in 20 anni e in 260 rate si dovrà restituire, percependo così l'importo della pensione meno il prestito, che sarà erogato da assicurazioni e banche.
Durante i 20 anni l'INPS effettuerà sul rateo pensionistico una trattenuta che inizia dal primo mese di corresponsione e termina dopo i 20 anni stabiliti per legge. Dopo di che il pensionato riceverà la sua pensione per intero. Se il pensionato dovesse decedere prima del termine del pagamento del debito residuo, l'assicurazione si farebbe carico di estinguerlo. Gli eventuali superstiti della pensione non vedrebbero decurtato l'assegno loro spettante. Seppur in ritardo - l'attuazione si attendeva da maggio - l'APE volontaria dovrebbe farsi strada per compiersi a breve. Dal 3 gennaio invece, per chi ce l'ha già, la pensione torna ad essere indicizzata, come accadeva fino a due anni fa. Gli assegni pensionistici quindi subiranno gli aumenti seguendo l'inflazione corrente.
Per ora saranno dell'1,1%.
Aumentano le categorie che potranno usufruire dell'Ape social
I lavoratori poi che potranno accedere all'APE social, anticipo pensionistico a carico dello Stato, saranno di più. Infatti, se alcuni hanno già goduto dell'indennità di pensione perché appartenevano alle 11 categorie considerate gravose, da gennaio altre 4 categorie si sommeranno a quelle già esistenti e altre persone potranno percepire la pensione pur avendo soltanto 63 anni.
Tra loro chi è disoccupato, chi è invalido, e chi si occupa di accudire, in maniera permanente, un familiare disabile. Per le donne invece che sono mamme lavoratrici, l'anticipo pensionistico sarà costituito da uno sconto in base ad 1 anno per figlio, fino ad un massimo di due anni. Altro discorso il percorso per equiparare l'età della pensione di vecchiaia tra uomini e donne.
Per il 2018 l'età si stabilisce a 66 anni e 7 mesi. Mentre nel 2019 l'età salirà a 67 anni. Nel settore privato i dipendenti andranno in pensione un anno dopo, rispetto ai 65 anni e 7 mesi di prima. Le lavoratrici autonome ci andranno 6 mesi dopo, rispetto ai 66 anni e un mese, età del pre-2018.