Durante i molti mesi di estenuanti trattative tra Governo e sindacati, in materia di lavoro statale si faceva un gran parlare di cifre e di stipendi. Tutti gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici attendevano un rinnovo di contratto che mancava da circa un decennio. Uno stipendio bloccato che ha visto un importante intervento della Corte Costituzionale a cui assegnare il merito di aver provveduto al risultato che in questi giorni i lavoratori stanno ottenendo, cioè lo sblocco. Il blocco della perequazione che la Fornero istituì, un atto interno al Decreto Salva Italia del Governo Monti è stato dichiarato incostituzionale a luglio 2015 dalla Consulta ed il Governo è stato obbligato a sbloccare i contratti.

Le cifre del rinnovo che Comparto dopo Comparto sta arrivando per tutti appaiono davvero irrisorie per compensare i tanti anni di stipendio congelato. Ecco perché come riporta l’autorevole sito ''laleggepertutti.it'' si apre la possibilità per i dipendenti di richiedere un maxi risarcimento ben superiore a quanto sindacati ed Aran hanno stabilito di assegnare in sede di stipula del nuovo contratto.

Il gioco dei numeri

Ricapitolando, la sentenza è dell'estate 2015 ed il rinnovo è arrivato a dicembre per il Comparto dei Ministeriali e tra fine gennaio ed inizio febbraio per Forze di Sicurezza e Scuola. Si attende ancora la fumata bianca per il Comparto Sanità, ma è facile ipotizzare che arriverà nei prossimi giorni.

Il rinnovo nonostante la sentenza sia del luglio 2015 parte da gennaio 2016, cioè diversi mesi dopo la sentenza. Questo un primo disguido che anche i sindacati durante la piattaforma di rinnovo hanno messo in risalto. Per quanto riguarda gli aumenti nell'ordine di 85 euro a lavoratore in media e lordi come sancito dalla prima bozza di intesa tra Governo e sindacati di novembre 2016, ai lavoratori sembrano una piccola mancia.

Anche gli arretrati da gennaio 2016 alla data di rinnovo che saranno tra le 300 e le 400 euro nette a lavoratore appaiono irrisori. Senza considerare che conti alla mano a questi lavoratori che lavoravano con un CCNL scaduto sarebbe dovuta arrivare l’indennità di vacanza, una forma di risarcimento dovuto in periodi di vuoto contrattuale per tutti i lavoratori a cui applicare il meccanismo di rinnovo a contrattazione.

Si tratta di un aumento di stipendio dovuto nei periodi di assenza di contratto pari al 30% del tasso di inflazione certificato dall'Istat. Estendere questo 30% a tutti gli anni di blocco ed a tutti i mesi di retribuzione senza aumenti già di per se rende l'una tantum come arretrato e gli aumenti tra 30 e 40 euro nette a lavoratore in base alle fasce retributive, ampiamente insufficiente.

Risarcimento e indennizzo

La verità sancita dalla Consulta parla di una autentica ingiustizia e come tale dovrebbe prevedere un risarcimento del danno o un indennizzo e forse, tutte e due le cose. I più attenti tra i dipendenti (ma sicuramente non tutti) forse sanno che la Legge consentirebbe loro proprio di richiedere un corrispettivo per l’evidente danno subito.

Per 10 anni circa questi lavoratori non si sono visti adeguare lo stipendio al relativo aumento del costo della vita, perdendo potere di acquisto del proprio salario. La Consulta ha stabilito che il blocco Fornero era incostituzionale e che era impossibile tenere ancora fermi gli stipendi di questi lavoratori. Ciò non toglie il fatto che l'ingiustizia si protraeva anche precedentemente il Governo Monti e pertanto, se ingiustizia è stata deve essere risarcita. A dire il vero la sentenza ha stabilito l’assoluta legalità del blocco nel senso che i Governi non hanno fatto assolutamente niente di illecito. Ecco perché più che di risarcimento per quanto concerne il blocco precedente la Fornero i dipendenti potrebbero richiedere un indennizzo per il danno subito da un atto della PA legale ma ingiusto.

Il blocco Fornero invece è stato tacciato di incostituzionalità, quindi di autentica illegittimità. Pertanto per gli anni di mancato rinnovo dovuti proprio al decreto Salva Italia, ai lavoratori spetterebbe il risarcimento. Nello specifico quindi indennizzo per il periodo gennaio 2010-giugno 2015 e risarcimento per quello successivo. Stando alle cifre dell'articolo del sito, avvocati, sindacati ed associazioni si stanno già muovendo nella direzione di chiedere tutto quanto perduto. L’impostazione di questi soggetti parla di 100 euro al mese di indennizzo per indennizzare i lavoratori per mancato adeguamento del contratto e conseguente arricchimento senza giustificato motivo da parte degli Enti Pubblici. Per il periodo che parte dalla norma Fornero e termina fino all’avvenuto rinnovo invece si parla di una richiesta di risarcimento da 200 euro al mese.