Seppur in ritardo rispetto a quanto annunciato nelle scorse settimane, è arrivato oggi il nuovo decreto ministeriale che, nel quadro della cosiddetta fase due della riforma Pensioni, evita di fatto per migliaia di lavoratori impegnati in quindici mansioni considerate gravose, l'adeguamento dell'età pensionabile che, in base all'adeguamento automatico dell'adeguamento all'aspettativa di vita previsto dalla tanto discussa legge Fornero, salirà a 67 anni a partire dal 2019 proprio per effetto dell'automatismo. A comunicare la firma del decreto da parte del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti è stato oggi sui social network il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Pensioni, l'annuncio del premier sui lavori gravosi

"Firmato da Giuliano Poletti - ha comunicato il premier oggi su Twitter - il decreto che esenta 15 professioni gravose - ha spiegato - da adeguamento età pensionabile a speranza di vita". Un provvedimento promesso e attese, già inserito nella legge di Bilancio 2018 quindi da considerare una sorta di atto dovuto, un adempimento burocratico, che però arriva con tanto di annuncio social direttamente dal presidente del Consiglio, in piena campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo prossimo. Una campagna elettorale in cui il capitolo della riforma pensioni rimane in primo piano nell'agenda politica, con un confronto acceso sull'eventuale abolizione della legge Fornero, sostenuta in particolar modo dalla Lega di Matteo Salvini e dal candidato premier del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio.

Poletti firma il decreto che blocca adeguamento età

Il Partito democratico di Matteo Renzi rimane fortemente contrario all'abolizione della riforma Fornero, una posizione che viene ribadita direttamente dal premier peraltro ricandidato in Parlamento alle elezioni politiche del 4 marzo prossimo. "Il sistema pensionistico - ha tweettato Paolo Gentiloni - non va scardinato".

Il premier propone di tutelare le categorie più deboli. "Vanno protette - ha sottolineato - le fasce più esposte della società". Un'affermazione, quella del presidente del Consiglio, che fa il paio con la proposta del candidato premier del Partito democratico, Matteo Renzi, che promette in campagna elettorale l'ampliamento della platea dei beneficiari dell'Anticipo pensionistico volontario e dell'Ape sociale.