Gli ultimi dati Istat sull'occupazione e sulla previdenza per donne sono allarmanti. In un articolo dell'edizione digitale del quotidiano "La Repubblica" emerge il fatto che l'Italia è avanti solo alla Grecia tra i paesi della UE in quanto a lavoro per le donne. nella campagna elettorale appena passata i lavori di cura della famiglia e le Pensioni per donne prive di occupazione sono entrati nei discorsi di tutti i partiti politici. Secondo il quotidiano le donne tra i 15 ed i 60 anni in Italia sono indietro di un buon 13% rispetto alla media delle occupate nel resto d'Europa.

Un problema di lavoro oggi che si tradurrà per forza in un problema previdenziale domani con molte donne senza i contributi minimi utili alla pensione. Scarsa occupazione che se si va ad affiancare alle donne che non possono lavorare perché impegnate nei lavori di cura delle famiglie danno una dimensione del problema ancora più marcata. Se i problemi delle donne e del lavoro loro destinato sono uno spaccato importante della società odierna, la disoccupazione, allargata come obbiettivo, all'universo maschile non può non essere considerata. Per questo da qualche giorno è tornata di attualità la pensione per le casalinghe prevista dal Fondo ad hoc istituito presso l’Inps. Nonostante il nome della misura faccia espressamente riferimento al genere femminile, la misura è appannaggio anche degli uomini.

La misura, anche se prevista da tempo, oggi è ancora poco conosciuta specialmente nell’universo maschile proprio perché il nome dato a questa particolare forma pensionistica se la si guarda superficialmente sembra destinata esclusivamente alla donne, ma così non è.

Il fondo casalinghe

L’iscrizione al Fondo va fatta in maniera classica, cioè per via telematica o rivolgendosi a patronati ed enti autorizzati.

Una semplice domanda di iscrizione con accettazione automatica da parte dell’Inps salvo casi di condizioni ostative come la fruizione di un altro assegno previdenziale o lo svolgimento di lavori, anche saltuari che prevedono il versamento di contributi previdenziali. Una volta iscritti a questo fondo, si potrà iniziare a versare autonomamente i contributi che saranno utili al calcolo della pensione con il Fondo Casalinghe.

Una pensione che, va ricordato, sarà calcolata con il sistema contributivo, cioè in base a quanti contributi si è provveduto a versare. Il versamento è libero come spiega l’Inps, anche se esiste il minimo di € 25,82 che equivale ad un mese di piena contribuzione versata. In definitiva, per vedersi accreditare un anno di contributi validi alla pensione per casalinghe occorrerà versare almeno € 309,84 per anno. La pensione verrà erogata al compimento dei 57 anni di età se l’importo dell’assegno previdenziale sarà di importo pari ad almeno 1,2 volte l’assegno sociale. L’assegno sociale per l’anno 2018 è fissato in € 448,07 e pertanto, per poter sfruttare la pensione a 57 anni bisogna ottenere un assegno pensionistico di almeno 537,68 euro al mese.

Gli importi

Per la fruizione di questa misura previdenziale non è necessario aver versato alcun contributo previdenziale. La pensione tramite il fondo non prevede limiti reddituali perché è una prestazione basata sui contributi versati. In pratica per sfruttare la pensione dal Fondo Casalinghe tra i 57 ed i 65 anni di età non compiuti bisognerà ottenere un importo pari all’assegno sociale aumentato del 20%, mentre a partire dal 65° anno di età la pensione è erogata a prescindere dal suo importo. Come abbiamo visto prima il versamento annuale minimo è di poche centinaia di euro, ma è evidente che versamenti irrisori o quasi come questi, eluderebbero il diritto alla pensione a 57 anni e ne consentirebbero la fruizione a partire dai 65 anni ma di poche decine di euro al mese.

Evidente che alla luce di quanto detto, per poter essere una prestazione davvero alternativa alle pensioni previste dall’ordinamento, bisognerà riuscire a versare cifre cospicue ogni anno. Per percepire almeno i 537,68 euro di assegno minimo utile alla fruizione della misura già a 57 anni sarà necessario versare una cifra vicina ai 3.000 euro all’anno e per un periodo di almeno 35 anni. L’ultima cosa che va ricordata infine è che al fondo ci si può iscrivere già a 16 anni e che i versamenti possono essere effettuati fino al compimento dei 65 anni di età.